Le galline sono sempre chiuse in gabbia… Attenzione alle uova

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La maggior parte delle galline vive rinchiusa in gabbia e non è chiaro da dove provengano le uova che mangiamo

Sei galline su dieci vivono chiuse in gabbia e con le loro uova si fabbricano l’80% dei prodotti che contengono uova; cioè salse, biscotti, piatti pronti e tutti quei prodotti che contengono uova, ma che non devono esplicitare nell’etichetta il metodo di allevamento.

Quindi i consumatori non possono sapere, quando comprano questi prodotti, che origine hanno le uova con cui sono fatti.

Lo denuncia Ciwf Italia, che da anni lotta contro gli allevamenti in gabbia e che invita i cittadini ad acquistare prodotti che specificano, tra gli ingredienti, l’utilizzo di uova da allevamenti all’aperto, a terra o i prodotti biologici.

La legge europea consente ancora le gabbie cosiddette “arricchite”, che sono meglio rispetto alle gabbie “convenzionali”, ma “una gabbia resta sempre una gabbia”, spiega l’associazione, e, quindi, non è in grado di garantire il benessere delle galline.

Elisa Bianco, responsabile europeo per il settore alimentare di Ciwf, spiega che “sempre più aziende nel mondo stanno dimostrando un serio interessamento per il benessere di polli e galline negli allevamenti: negli Usa come in Canada, in Germania come in Olanda e in Francia, grandi aziende come McDonald’s e Walmart, stanno iniziando a migliorare in maniera sostanziale le condizioni di vita degli animali allevati”.

In Germania, ad esempio, sottolinea Elisa Bianco, “dal 2012 tutti i supermercati hanno smesso volontariamente di vendere uova da galline in gabbia e il governo tedesco si è impegnato a eliminare questo tipo di allevamento entro il 2028” e non solo: “molti grandi supermercati tedeschi (come Rewe, Real e Lidl, ndr) si stanno già impegnando a eliminare le uova da galline allevate in gabbia non solo dalla vendita di uova in guscio, ma anche dalle uova utilizzate come ingredienti in altri prodotti”.

Nel nostro paese, grazie alla collaborazione con il Settore Alimentare di CIWF, Camst ha detto basta all’uso di uova provenienti da galline allevate in gabbia, sia per le uova in guscio che per l’ovoprodotto contenuto nelle sue portate: entro il 2025 l’azienda si impegna a eliminare completamente l’utilizzo di questi prodotti su scala nazionale.

 

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