Le stalattiti delle grotte? Sono i batteri a formarle..

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Un nuovo studio congiunto tra ricercatori danesi, svedesi e spagnoli ha dimostrato che i batteri svolgono un ruolo attivo nella formazione di stalattiti e stalagmiti presenti all’interno delle grotte naturali

Sono i batteri i veri responsabili della formazione di stalattiti e stalagmiti presenti all’interno delle grotte. Quei paesaggi ‘alieni’ resi così affascinanti proprio per via delle formazioni calcaree sotterranee, avrebbero origine grazie all’intervento di organismi microscopici in grado di influenzare la formazione geologica della Terra.

Finora, si è sempre pensato che le stalattiti fossero delle formazioni calcaree pendenti dalla sommità delle grotte soggette ‘esclusivamente’ a fenomeni di carsismo. In poche parole, sarebbero formazioni create da continui e prolungati depositi di minerali trasportati dalle acque percolanti nella grotta, in particolare del bicarbonato di calcio che, precipitando in carbonato di calcio, si deposita e forma così la stalattite. Un nuovo studio congiunto tra ricercatori danesi, svedesi e spagnoli, ha invece dimostrato che i microbi svolgerebbero un ruolo attivo nella loro formazione.

Il team di ricerca, composto da scienziati del Nordic Center for Earth Evolution (NordCEE), del Museo Svedese di Storia Naturale, della Umea University e della Università di La Coruna, ha infatti esaminato le formazioni di stalattiti e stalagmiti di una grotta svedese lunga 30 metri che ospita diverse concrezioni calcaree. Osservando i gocciolatoi, i ricercatori hanno rilevato strati distinti che hanno in qualche modo segnato il tempo della loro formazione: alcuni strati scuri costituiti da microbi fossili, e alcuni strati più chiari, costituiti invece da calcite. Secondo le analisi condotte sui campioni estratti dalle formazioni calcaree, i ricercatori hanno stabilito che i batteri erano ‘attivi’ al momento della formazione dei gocciolatoi, soprattutto in primavera e in estate, quando la pioggia gocciolava attraverso il suolo ed entrava quindi nella grotta. Le gocce d’acqua avrebbero poi portato con sé sostanze nutritive consumate poi dai batteri, rivelandosi utili per la formazione di stalattiti e stalagmiti. Senza questa attività microbica, sostengono gli scienziati, ‘i gocciolatoi sarebbero più piccoli, o addirittura inesistenti.’ Per maggiori informazioni è possibile consultare questo sito.

(ml)

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