Lo stato pronto a produrre da sé i farmaci anti epatite C se le case farmaceutiche non abbassano i prezzi
“Il nostro obiettivo è arrivare ad un prezzo congruo per i farmaci”, ha avvertito il ministro Lorenzin
Se non si raggiungerà un accordo per un prezzo “etico” dei farmaci contro l’epatite C, lo stato potrebbe pensare di produrli in proprio, abbattendo così i costi. L’obiettivo è semplice: riuscire a curare tutti i 300.000 malati del nostro paese con un farmaco che abbia un prezzo congruo rispetto al numero dei malati garantendo la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
“Nel caso dei pazienti con epatite C trovo ingiusto dal punto di vista etico e morale il comportamento di queste multinazionali, che non contribuiscono a rispondere al bisogno di salute che è un diritto fondamentale”, spiega Melazzini.
L’Aifa, ha spiegato, “sta mettendo dei paletti nella negoziazione dei farmaci anti HCV e la Commissione Tecnico Scientifica ha aggiornato i criteri di arruolamento dei pazienti. Il fondo per i farmaci innovativi da 500 milioni l’anno per tre anni, ottenuto grazie al grande lavoro del ministro Lorenzin e del Governo, ci ha permesso di elaborare un piano di eradicazione triennale del virus dell’epatite C per tutti i pazienti. Le nostre proiezioni, con una prevalenza della patologia stimata all’1%, ci consentono di programmare il trattamento di 80.000 pazienti all’anno per tre anni, per un totale di 240.000”. Per questo, avverte Melazzini, “l’obiettivo di Aifa è quello di arrivare a un prezzo etico; vogliamo arrivare a un felice esito della negoziazione, ma se non dovesse essere così, siamo disponibili anche, in extrema ratio, a chiedere la licenza obbligatoria, con cui lo stato produrrebbe i farmaci anti epatite C senza brevetto e a prezzo più contenuto”.
L’ipotesi dello atto-produttore sarebbe una risposta molto forte, ma ha spiegato Melazzini “perseguiamo gli interessi dei cittadini”.
In base ai dati dei Registri Aifa aggiornati al 13 febbraio, i trattamenti avviati sono stati 67.638. Acquistabile in India a 600 euro, il costo del trattamento con i farmaci in grado di eradicare il virus, per il Sistema Sanitario Nazionale italiano si è abbattuto, negli ultimi mesi, da 70mila a 13mila euro. Tuttavia, per Melazzini sono ancora “troppi, e noi non lo vogliamo”
“Il nostro obiettivo è arrivare ad un prezzo congruo per i farmaci – ha avvertito il ministro Lorenzin -. Questa è una fase di contrattazione in cui è l’Aifa che contratta, ma è evidente che la nostra indicazione ormai da mesi è quella di un prezzo congruo rispetto al numero di pazienti che ci sono in Italia”. “Abbiamo un fondo ad hoc per questi farmaci e il nostro obiettivo è l’eradicazione della malattia. E’ evidente che la trattativa – ha concluso il ministro – deve essere congrua e adeguata all’etica. Vogliamo trattare i nostri pazienti rendendo però il sistema sostenibile”.
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