Meningite: morta maestra a Roma. “Ceppo non contagioso”
Allarme a Roma: maestra ricoverata venerdì è morta a Natale. Ma è una meningite non contagiosa
Nuovo caso di meningite, questa volta a Roma: una maestra di una scuola elementare di Roma, la ‘Cesare Battisti’, è morta lunedì scorso per meningite meningococcica. L’ultimo giorno di lezioni, giovedì, l’insegnante era in aula. È stata ricoverata il giorno di Natale ed è morta al Policlinico Gemelli in 26 dicembre.
La meningite che ha causato la morte dell’insegnante è una forma che non si trasmette da persona a persona. Lo fa sapere la Regione Lazio in un nota in cui spiega che, “effettuati gli esami presso la struttura ospedaliera universitaria del Gemelli, non si tratta di meningite meningococcica, ma di una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona”.
Negli ultimi mesi si sono verificai diversi casi di meningite in tutto il paese. Ricordiamo che il meningococco si trasmette per contatto diretto o ravvicinato attraverso goccioline di saliva e secrezioni nasali che possono essere disperse dalle persone infette (portatori sani o malati) tramite colpi di tosse, starnuti, baci. Non si diffonde così facilmente come il raffreddore o l’influenza, dato che vive pochi minuti al di fuori dell’organismo, ma quando colpisce può portare a conseguenze gravissime. Per questo è fondamentale riconoscere i sintomi della meningite.
Ecco quando deve suonare il campanello d’allarme, come ha riassunto l’Adnkronos: febbre, mal di testa, rigidità nucale (difficoltà e dolore alla flessione della testa sul tronco), spesso accompagnati da nausea, vomito, fastidio intenso alla luce (fotofobia), stato confusionale. Sintomi di sepsi sono: febbre, stanchezza, vomito, mani e piedi freddi, brividi, dolori articolari, muscolari, toracici, addominali, respiro rapido, diarrea, petecchie (macchioline puntiformi rosse o marroni) che possono diventare macchie rosse violacee o vescicole di sangue. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono presenti o non sono molto evidenti. Più comunemente nei neonati sono presenti: pianto continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito, tensione o rigonfiamento delle fontanelle, cute chiazzata, pallida o bluastra.
Per conoscere la malattia dobbiamo sapere anche i fattori che aumentano il rischio:
Età: i più colpiti sono i bambini di età inferiore a 5 anni; un secondo picco, meno elevato, si riscontra tra i 15 e 25 anni; la malattia può comunque colpire chiunque a qualsiasi età;
Stagionalità: la malattia colpisce di più in inverno fino all’inizio della primavera (novembre-marzo), anche se casi sporadici di malattia si verificano tutto l’anno;
Contatti: il rischio di malattia meningococcica è più elevato nei contatti stretti (conviventi e familiari) di soggetti infetti rispetto al rischio nella popolazione generale;
Vita di comunità: le condizioni di sovraffollamento (grandi luoghi di ritrovo come le discoteche) favoriscono la trasmissione del meningococco;
Viaggi: esistono nel mondo aree, come l’Africa sub-Sahariana, interessate da frequenti epidemie di meningite meningococcica particolarmente durante la stagione secca.
Ricordiamo anche che patologie croniche o condizioni di vita che determinano una diminuzione delle difese immunitarie come Hiv, malattie renali ed epatiche croniche gravi e immunodeficienze congenite rendono i soggetti più esposti al rischio.
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