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Pasqua: un ristorante su quattro senza agnello nel menù

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Cresceranno i ristoranti quest’anno che a Pasqua non serviranno piatti a base di agnello e capretto

Una delle foto simbolo di questo periodo pre-pasquale è stata sicuramente quella di Silvio Berlusconi circondato di agnellini. Oltre ad avere suscitato l’ironia del web per la posa insolita, ha contribuito a riaccendere il dibattito sul consumo di agnelli a Pasqua.

Anche Tullio Solenghi è sceso in campo per la causa: al fianco di Anmal Equity si è schierato contro il consumo pasquale di agnelli: “anche l’agnello è un cucciolo. Risparmia la sua vita, non solo a Pasqua, ma tutto l’anno”. 

E, secondo la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), cresceranno i ristoranti quest’anno che a Pasqua non serviranno piatti a base di agnello e capretto (1 su 4). Ampio spazio, aggiunge la Federazione, sarà dato anche a menù a filiera corta e con prodotti biologici (40%).

Per il pranzo di domenica 16 aprile i ristoratori attendono 3,7 milioni di clienti, in aumento dell’1,5% sul 2016. Circa il 45% delle persone che pranzeranno fuori casa sono turisti, principalmente italiani.

Per lunedì 17 aprile Fipe prevede che 8 ristoranti su 10 saranno aperti, in leggero aumento rispetto al 2016. Tuttavia, nonostante le previsioni meteo non siano del tutto favorevoli, i ristoratori , consapevoli che a Pasquetta prevale la classica gita fuoriporta fanno previsioni meno favorevoli rispetto all’anno scorso (16,1% degli intervistati vs., il 13% che si aspetta, al contrario, risultati migliori).

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