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Referendum: ambientalisti contro il Ministro dell’ambiente

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Per Il Ministro Galletti il referendum affronta il problema in maniera ideologica

È scontro tra gli ambientalisti e il Ministro dell’ambiente Galletti che si è pubblicamente schierato per il ‘no’ al referendum dichiarando in una intervista al Corriere della Sera: ”Io non ho deciso se andrò a votare. Sicuramente se andrò a votare voterò ‘no”.

Secondo il ministro questo referendum affronta il problema in maniera ideologica, invece, spiega, ‘io dico di affrontarlo dal punto di vista scientifico’.

Galletti concorda sul fatto che si debba in prospettiva abbandonare il petrolio e raggiungere lo sviluppo sostenibile, ma fa notare: ‘abbiamo ancora un’economia che va per il 90% con il petrolio, e se non lo trivelliamo noi lo dobbiamo a andare a prendere altrove. Oltretutto noi in Europa abbiamo la normativa più stringente’.

Il ministro allarga il campo anche a quell’Europa che definiamo ‘verde’: ‘Norvegia, Svezia, Gran Bretagna poi sono quelli che trivellano di più’, fa notare.

‘Stiamo parlando di una cosa minima – spiega Galletti – che avrebbe come risultato finale di diminuire gli investimenti di chi ha la concessione con un maggior pericolo per l’ambiente. Per questo dico che è puramente ideologico: perché vuol far credere alle gente che ‘o sei per le trivelle o sei contro le trivelle’. Un po’ quello che è successo con l’acqua pubblica’.

Ricordiamo che questo referendum non serve a impedire nuove trivellazioni (che sono già vietate) né la costruzione di nuove piattaforme; serve a impedire lo sfruttamento ulteriore di quelle già esistenti. Referendum sulle trivelle: tutto quello che c’è da sapere.

Duro il commento del WWF alla presa di posizione del Ministro: ‘È davvero grave che un ministro strizzi l’occhio all’astensione a un referendum popolare; lo è ancora di più il fatto che il ministro dell’Ambiente strizzi l’occhio all’astensione ad un referendum popolare a difesa dei mari italiani.’

Sulla questione del fabbisogno energetico, fa notare sempre il WWF: ‘Il petrolio nei mari italiani è presente in quantità talmente ridotte che, anche se si riuscisse a estrarlo tutto, coprirebbe il fabbisogno energetico nazionale solo per 7 settimane. Le piattaforme a mare che sono nella fascia di interdizione delle 12 miglia dalla costa, che sarebbero interessate dal referendum, producono solo l’1,9% del fabbisogno nazionale di gas.’

 

 

 

 

 

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