Rivoluzione nella Pubblica amministrazione, arrivano gli acquisti verdi
Un decreto del ministro dell’Ambiente fissa i ‘criteri minimi ambientali’ per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni nei settori della ristorazione e dei serramenti. Un altro passo avanti nell’ambito del Piano d’azione nazionale sugli Acquisti verdi della PA
Ristorazione e serramenti. Da oggi, in questi settori, le pubbliche amministrazioni devono rispettare i criteri minimi ambientali per i loro acquisti.
Fino ad oggi i criteri ambientali minimi sono stati adottati per l’acquisto di prodotti come carta in risma, arredi per ufficio, prodotti tessili, apparecchi per l’illuminazione pubblica, prodotti informatici. Presto invece tali criteri verranno adottati anche per servizi di pulizia, trasporti, servizi di gestione rifiuti, arredo urbano e costruzione e manutenzione strade.
Nel 2003 la Commissione Europea ha esortato i paesi membri ad adottare dei Piani d’azione nazionali (PAN) sugli Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (denominati Green Public Procurement – GPP). L’Italia ha risposto nel 2008 con il proprio PAN, che richiede alle amministrazioni di ispirarsi nelle procedure di acquisto di beni e servizi a criteri come la riduzione dell’uso delle risorse naturali; la sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti rinnovabili; la riduzione della produzione di rifiuti; la riduzione delle emissioni inquinanti; la riduzione dei rischi ambientali.
L’ultimo decreto diretto a dare attuazione al Piano nazionale in ordine di tempo è appunto quello che riguarda prodotti e servizi nel settore della ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari, e nel settore dei serramenti esterni. Emanato dal Ministro dell’Ambiente, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2011.
Tra i criteri sanciti, per esempio, per la ristorazione è previsto che frutta e verdura debbano provenire per almeno il 40% del peso totale da produzione biologica e per almeno il 20%, da ’sistemi di produzione integrata’. Per la carne altresì è previsto che provenga per almeno il 15% da produzione biologica e per almeno il 25% da prodotti IGP e DOP. Criteri sono fissati anche per i mezzi di trasporto usati dall’aggiudicatario, per i consumi energetici e la gestione dei rifiuti.
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