Sicilia: no ai centri di recupero fauna selvatica

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La regione Sicilia dice no ai centri di recupero fauna selvatica e mette in pericolo migliaia di animali

 

La notizia arriva e colpisce come un pugno nello stomaco. Ieri la Commissione Bilancio della Regione Sicilana ha bocciato gli emendamenti che stanziavano finanziamenti per il 2013 e per il 2014 per il proseguimento delle attività dei centri di recupero fauna selvatica della regione.

‘Per l’acquisto di cravatte, borse, ma anche biancheria intima griffata, gioielli e soggiorni in alberghi di lusso l’amministrazione siciliana ha rimborsato con oltre 10 milioni di euro i deputati regionali che ne avevano fatto richiesta illegittima mentre per il sostegno dei centri di recupero fauna selvatica risponde che i soldi non ci sono’ – dichiara Stefano Di Marco Vice Presidente Nazionale di CTS. ‘Tutto questo ha dell’incredibile! Senza quei finanziamenti i nostri centri di Cattolica Eraclea e Linosa non possono proseguire le loro attività di recupero della fauna selvatica e delle tartarughe Caretta caretta, peraltro specie a rischio di estinzione nei nostri mari e stanno già chiudendo. A dispetto della legge 33/97 la Sicilia, che ha istituito i centri, non ha previsto alcun rimborso già sostenuto dalle associazioni, e tantomeno programmato un finanziamento per l’anno in corso’ – conclude Di Marco.

‘E’ una vergogna e un errore gravissimo e la regione e il governo siciliano dovranno assumersi tutta la responsabilità di questo gesto – afferma Calogero Lentini veterinario del Centro di Recupero Fauna Selvatica di Cattolica Eraclea (AG). Ogni anno arrivano centinaia di esemplari che curiamo, sfamiamo e riabilitiamo per riportarli nel loro habitat naturale. Anche in questi giorni continuano ad arrivare segnalazioni a cui non possiamo dare seguito e che rimandiamo al Corpo Forestale’.

 

‘La cosa assurda è che verosimilmente alla regione costerebbe di più il Centro chiuso che aperto. Infatti facendo un conto spicciolo e calcolando di media quattro ore di lavoro di due forestali per ogni trasferimento di animali feriti al Centro di Ficuzza o presso altri centri galleggianti, compreso il carburante si arriverebbe ad una cifra di 36.500,00 euro. Più della spesa del centro di Cattolica Eraclea se fosse aperto. Bel risparmio! Il risultato reale invece è questo: una struttura che funziona chiusa, animali feriti come minimo stressati, educazione ambientale senza il contatto diretto con la fauna, tre operatori a passeggio, indotto locale annullato, spese aumentate. Mentre il governo siciliano decide di “abbonare” decine di milioni di euro ai petrolieri diminuendo le royalties, fa finta di risparmiare briciole sulla pelle degli animali selvatici. Come uomo e siciliano sono profondamente deluso – conclude Lentini.’

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