Sistemi fognari e depurativi: Italia ancora indietro. Multe dall’Ue
Multe all’Italia per i ‘gravi ritardi nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi’
Sarà l’anno delle multe per l’Italia: il Bel Paese dovrà pagare, in questo 2016, salate sanzioni all’Europa per i ‘gravi ritardi nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi’. A diffondere la notizia è stato Mauro Grassi, responsabile della Struttura di Palazzo Chigi #italiasicura, che si occupa di sviluppo delle infrastrutture idriche e di dissesto idrogeologico, affermando che il 15 dicembre scorso la Commissione europea ha comunicato al Governo che nei prossimi mesi proporrà alla Corte di giustizia europea l’importo delle sanzioni.
Il Governo ‘è intervenuto con lo ‘Sblocca Italia’, per risolvere il problema strutturale fissando paletti per la costituzione degli Enti di governo degli ambiti e affrontare la situazione emergenziale prevedendo la possibilità di ricorrere all’azione dei Commissari di Governo per accelerare l’attuazione degli interventi, già completamente finanziati, necessari a superare le procedure di infrazione. Una scelta che ha un impatto considerevole soprattutto sugli interventi da 1,6 miliardi di euro stanziati dalla Delibera CIPE 60/2012 con l’obiettivo di superare le infrazioni europee, di cui 1,1 miliardi di euro solo per la Regione Siciliana’, afferma Grassi. ‘Sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sicilia. In particolare, in Sicilia il valore degli interventi oggi passati nella gestione del commissario è di oltre 600 milioni di euro. Con i ‘patti per lo sviluppo’ poi, il Governo continuerà a garantire investimenti pubblici nelle situazioni ancora a rischio di sanzioni europee’.
Le multe e gli investimenti per evitarle avranno una conseguenza anche sulle tariffe. Come spiega Grassi, ‘l’obiettivo è raggiungere livelli di investimento nel sistema idrico simile agli altri paesi europei, e passare dagli attuali 36 euro per abitante ad almeno 50 euro/abitante, per avvicinarsi agli 80-90 euro/abitante dei paesi più virtuosi del contesto europeo’.