Stop alle trivellazioni al largo delle Canarie

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Le Canarie tirano un sospiro di sollievo: la Repsol non continuerà le trivellazioni

Era un progetto da 7,5 miliardi di dollari: la Repsol puntava a produrre 100.000 barili di petrolio al giorno, ma i giacimenti si sono rilevati insufficienti per passare alla fase operativa.

Le trivellazioni avevano causato forti polemiche e scontri in novembre durante i quali era anche rimasta ferita una attivista italiana.

Anche se non hanno portato a nulla, queste trivellazioni hanno causato comunque danni all’ambiente delle Canarie. Greenpeace chiede che il Governo spagnolo e l’azienda verifichino gli impatti delle attività sin qui realizzate. 

Secondo l’associazione ambientalista ‘L’inquinamento acustico prodotto con le tecniche di prospezione geosismica durante le fasi di ricerca degli idrocarburi può infatti causare danni alla fauna: e alle Canarie vivono 30 specie diverse di cetacei, 28 delle quali sono state ripetutamente avvistate nell’area della piattaforma! Quelle stesse attività possono anche causare inquinamento chimico e contemplano lo sversamento a mare dei fanghi estratti’.

Il caso spagnolo ricorda da vicino l’idea di trivellare a largo delle coste italiane; idea sempre condannata da Greenpeace: ‘il governo italiano è ancora convinto che sfruttare risorse fossili esigue e di pessima qualità, in spregio alla volontà delle comunità impattate, sia la soluzione dei nostri problemi energetici?’

a.po

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Canarie, greenpeace, Repsol, trivellazioni

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