Olimpiadi di Tokyo: letti “anti-sesso” oppure?

I mistero dei letti del Villaggio Olimpico che sono stati denunciati come “anti-sesso”

Da quando il corridore americano Paul Chelimo ha scherzato sul fatto che i letti del Villaggio Olimpico fossero fatti di cartone per scoraggiare “l’intimità tra gli atleti”, questa storia ha ricevuto una grandissima copertura stampa.

In molti hanno parlato del design di questi letti “anti-sesso”, ma si trattava solo di uno scherzo.

Come racconta Sports Illustrated, sarebbe ridicolo pensare a un letto progettato per crollare sotto il peso di due persone quando è stato annunciato che è in grado di sostenere circa 200 Kg – e come sappiamo ci sono atleti di ogni peso presenti, anche molto molto leggeri.

La cosa interessante di questo scherzo, però, è che permette di parlare di un’altra grande e soprattutto vera caratteristica di questi letti: sono riciclabili, progettati per un riciclaggio facile.

L’obiettivo era quello di rendere più sostenibili le Olimpiadi, che sono notoriamente un dispendio di risorse non esattamente amico dell’ambiente.

Per renderle possibili, infatti, sono necessari un sacco di viaggi per muovere i moltissimi atleti e professionisti che si devono spostare, poi c’è la costruzione di strutture che utilizzano moltissimi materiali e finiscono per non essere più utilizzate dopo le gare e poi c’è tutto il resto di attività collaterali. Insomma, nonostante l’impegno che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) cerca di metterci, raramente si ottiene qualcosa di concreto.

Stavolta, sia i letti di cartone riciclabili, sia gli edifici verdi sembrano sforzi concreti e consapevoli, anche se è molto difficile giudicare quanto siano utili questi tentativi per ridurre al minimo l’impatto ambientale delle Olimpiadi. Ma sapremo come è andata davvero solo alla fine dei giochi olimpici.