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L’isola dei rifiuti e’ ufficialmente uno Stato

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L’isola dei rifiuti formatasi nel Pacifico  e’ stata riconosciuta dall’Unesco Stato federale: ha una capitale, Garbandia, una sua costituzione, un governo e una bandiera nazionale

Abbiamo un nuovo Stato, fatto di rifiuti: e’ il Garbage Patch State, ovvero lo stato delle immondizie. L’immensa isola di rifiuti plastici, grande quanto il Texas e profonda trenta metri, formatasi nell’Oceano Pacifico, ha ottenuto il riconoscimento istituzionale di stato federale da parte dell’Unesco, grazie alla candidatura proposta dall’italiana Maria Cristina Finucci, di professione artista.

L’isola di rifiuti, ovviamente, non compare in nessuna cartina geografica e non ha confini definiti, ma ha una capitale, Garbandia, una sua costituzione, un governo e una bandiera nazionale -azzurra, come il mare, con vortici rossi come quelli che sul Pacifico hanno convogliato e riunito in cinque isole tonnellate di rifiuti portati dai fiumi o scaricati dalle navi.

Che l’isola di rifiuti sia uno Stato sembra cosa assurda, ma è così. E non solo. A dare una forma al nuovo Stato ci ha pensato la stessa Maria Cristina Finucci che, per l’occasione, ha realizzato, in collaborazione con l’Università veneziana Cà Foscari e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, ‘Wasteland’, ‘terra desolata’ -in riferimento al celebre poema di Thomas Steams Eliot-, un’installazione formata da migliaia di tappi di plastica colorati racchiusi in sacchetti trasparenti a simboleggiare quest’enorme continente di rifiuti fluttuante che inquina il nostro mare.  L’opera sarà esposta durante il perido della Biennale di Venezia, dal 29 maggio al 24 novembre, all’Università Ca Foscari, eletta sede del padiglione del Garbage Patch State. 

(gc)

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