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Ridurre i rifiuti con Thor, l’impianto che rivoluziona la raccolta indifferenziata

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Per ridurre i rifiuti in citta’, l’impianto Thor si propone gia’ da diversi anni come alternativa ecologica degli inceneritori. Vediamo di cosa si tratta

Ridurre i rifiuti grazie ad un rivoluzionario impianto che ricicla la spazzatura indifferenziata in combustibile ad alto rendimento. Stiamo parlando di ‘Thor’ (Total House waste Recycling), un impianto che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti solidi urbani grazie ad un processo di ‘trattamento meccanico’ della spazzatura, finalizzato alla produzione di combustibile in polvere dall’elevato potere calorico, (paragonabile al carbone di prima scelta). In pratica, si tratta di una tecnologia ‘made in Italy’, sviluppata dal Cnr più di 10 anni fa, (in collaborazione con la società ‘ASSING SpA’ di Roma), che punta alla riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti urbani senza la necessità di ricorrere ai cassonetti della raccolta differenziata.

Per ridurre i rifiuti, l’impianto Thor sfrutta, in particolare, un processo di raffinazione ecologica ‘a freddo’ (ossia senza generazione di calore) dei materiali indifferenziati, che consiste nel separare tutte le componenti ‘utili’ alla produzione di combustibile, dalle sostanze dannose per l’ambiente presenti nella spazzatura, (tra cui i metalli ferrosi, il vetro e i rifiuti contenenti cloro). Questa fase di lavorazione, nello specifico, attraversa alcuni ‘step preliminari’ prima di passare al processo di ‘polverizzazione’ dei rifiuti per la produzione di combustibile. Dopo una prima fase di ‘frantumazione e vagliatura’ grossolana dei rifiuti solidi urbani, l’impianto procede infatti al recupero dei materiali riciclabili, attraverso una separazione magnetica dei metalli ferrosi e ad uno scorporamento dei metalli non ferrosi, (quest’ultimo mediante l’uso di ‘correnti parassite’), presenti all’interno della spazzatura indifferenziata. 

I rifiuti ‘pre-lavorati’ vengono quindi sottoposti ad un’ulteriore trattamento, dove gli inerti presenti al loro interno, (sabbia, ghiaia, argilla, perlite etc..), sono separati dal resto della spazzatura attraverso un processo di ‘divisione balistica’, ossia di suddivisione meccanizzata del materiale in ingresso, in base al tipo di caratteristica fisica rilevata (materiale pesante o leggero, piatto o sottile, rotondo o solido, grande o piccolo e così via).

I rifiuti solidi urbani, dopo l’ultima fase di ‘separazione’, subiscono a questo punto un processo di ‘micronizzazione’, ossia una particolare attività di macinazione in cui il materiale da trattare, deve essere ridotto in particelle estremamente fini da raggiungere dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Tale processo che consiste, appunto, nella frantumazione e polverizzazione ‘a freddo’ della spazzatura pre-trattata, si avvale di una sorta di mulino di nuova generazione, capace di lavorare i materiali di scarto in modo da isolare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose per l’ambiente e inservibili. L’impianto, attraverso il trattamento di molitura per attrito, rompe, infatti, la struttura molecolare di tutte le sostanze contenenti cloro che, evaporando dalla forma liquida del rifiuto macinato, ri-precipita all’interno della camera di macinazione del mulino (ermeticamente sigillata), sottoforma di cloruro di calcio, una sostanza salina inerte e non inquinante. Il risultato di tale trattamento è infine la produzione di un combustibile ‘micronizzato’ che può essere trasformato anche in un biocarburante per i motori diesel. L’impianto inoltre è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce, mentre il resto viene ceduto all’esterno.

Per ridurre i rifiuti, l’impianto Thor rappresenterebbe quindi una soluzione più ecologica ed economica rispetto ai grandi impianti di smaltimento in discarica e di incenerimento, soprattutto perché, secondo i progettisti, sfrutterebbe dei processi di trattamento della spazzatura senza alte concentrazioni di inquinanti in atmosfera.

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(Matteo Ludovisi)

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