Spazzatura che diventa grafene

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Un nuovo processo tecnologico rivoluzionario può trasformare in grafene ogni tipo di rifiuto

I ricercatori della Rice University sono riusciti a creare grafene non da costosi materiali di partenza purificati, ma dalla spazzatura di tutti i giorni.

Questo ha permesso di avere una quantità giornaliera prodotta misurabile in chilogrammi, anziché nelle consuete piccole quantità di grammi al giorno prodotte con i metodi tradizionali.

Con la nuova tecnica dei ricercatori, che utilizza l’elettricità, anche il carbonio proveniente dagli scarti di cibo, i rifiuti di plastica e i residui di legno possono essere il materiale di partenza per ottenere un grafene di alta qualità.

Questo studio rivoluzionario, pubblicato sulla rivista Nature, mantiene sia la promessa ambientale sia quella del mercato per varie applicazioni su vasta scala – con l’attuale prezzo commerciale del grafene (tra 67.000 e 200.000 Dollari per tonnellata), si prospettano nuovi incredibili scenari.

Il grafene, infatti, è apprezzato in molti settori: strutturalmente, si tratta di fogli ultrasottili o pellicole di atomi di carbonio puro, che vengono sfruttati per creare materiali ad alta resistenza. Per decenni, era stato concettualizzato solo da fisici teorici, poi, nel 1962, fu osservato tramite microscopi elettronici.

La sua instabilità lo ha portato a rimanere ai margini della fisica fino al 2002, quando il fisico Andre Geim, per primo, lo ha isolato ed è riuscito a produrlo in modo che non fosse più una sostanza sfuggente – cosa che, nel 2010, ha permesso a Geim di ricevere il premio Nobel per la fisica. I costi, però, nel tempo, sono comunque rimasti proibitivi a causa dei metodi che si devono usare per la sua creazione.

Per questo, la scoperta della Rice University potrebbe segnare un passaggio rivoluzionario nella storia di questo materiale: perché se questa nuova tecnica riuscisse davvero nel suo intento di trasformare l’immondizia in un tesoro per il grafene, si vincerebbe su tutti i fronti, sia in termini di costi di produzione che in termini ambientali.

 

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