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plastica monouso

Arriva la “plastica” monouso senza plastica

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plastica monouso

Un nuovo polimero di origine vegetale per sostituire la plastica monouso

Una ricerca pubblicata questa settimana su Nature Communications ha descritto come gli scienziati dell’Università di Cambridge Knowles Lab siano riusciti a trasformare le proteine ​​vegetali in un film polimerico naturale, sostenibile e scalabile.

Insomma: dai combustibili fossili sono riusciti a ottenere un’alternativa alla plastica monouso.

A produrre il nuovo materiale dalle proteine vegetali – che sono un sottoprodotto dell’agricoltura – è stata Xampla, una startup nata nei laboratori dell’Università di Cambridge.

Il film polimerico a base vegetale prodotto non lascia sostanze inquinanti e si decompone naturalmente. A differenza dei biopolimeri comunemente usati nella plastica convenzionale, il nuovo materiale non richiede reticolazione, un processo che può provocare inquinanti tossici. Servono acqua, acido acetico, calore e ultrasuoni per trasformare le proteine ​​vegetali in questo polimero.

La ricerca pubblicata contiene 10 anni di ricerca su questa rivoluzionaria plastica vegetale che, come spiegano gli scienziati, è stata ispirata dalle ragnatele.

Le ragnatele, infatti, nonostante siano più resistenti dell’acciaio in rapporto al peso, hanno legami molecolari deboli e si rompono molto facilmente – lo studio ha cercato di comprendere e forse imitare questo fenomeno degli aracnidi.

“Una delle scoperte chiave è che possiamo fornire questo prodotto su larga scala e può sostituire la plastica in applicazioni molto specifiche”, ha affermato il responsabile della ricerca Tuomas Knowles, secondo quanto riportato da Packaging News.

“Abbiamo dimostrato che è possibile risolvere il problema della plastica monouso”.

Le applicazioni previste da Xampla per il materiale includono microcapsule, sacchetti per la spesa, bustine e pellicole per imballaggio flessibile.

 

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