I vestiti del futuro potrebbero essere fatti di un materiale davvero inaspettato…

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Una designer olandese propone una nuova possibilità per il letame di mucca: trasformarlo in abiti

Com’è potuto venire in mente alla designer Jalila Essaidi di creare capi d’abbigliamento a partire dal letame di mucca? Semplice: lo sterco è una cosa molto seria, in particolare nei Paesi Bassi. 

Tutto parte da un ragionamento sul fatto che un luogo in cui il settore lattiero-caseario – che oltretutto è in forte espansione – ha già superato il limite massimo imposto dal governo sul fosfato (172,9 milioni di chilogrammi all’anno), deve trovare soluzioni alternative per eliminarlo. L’esubero di fosfato nei corsi d’acqua è molto pericoloso, può portare alla fioritura di alghe che rubano ossigeno alla vita acquatica e sono potenzialmente tossiche per le persone, ma come si fa a diminuire il letame? Ridurre il numero di vacche è un compromesso che gli agricoltori non possono accettare.

È a questo punto del ragionamento che si inserisce la proposta di Jalila Essaidi e la sua soluzione alternativa: creare un’economia circolare che trasforma l’eccesso di escrementi e il surplus di fosfato in prodotti utili. Con una «decostruzione» del letame, Essaidi è in grado di prendere la cellulosa all’interno dello sterco e trasformarla in bioplastiche, biocarte e anche biotessili.

La designer ha chiamato questi materiale mestic, da mest – la parola olandese per dire «letame». Oltre al recupero e al riuso di questo rifiuto, il mestic permette anche di alleggerire lo sfruttamento di altre risorse, meno abbondanti in natura, come gli alberi, il cotone o l’olio.

Nel mese di giugno, Essaidi, con la partnership del comune di Eindhoven, la Suna Producties, Inspidere, e Eindhoven365, ha prodotto una sfilata di moda con tessuti derivati dal mestic per annunciare la prossima espansione di questa soluzione.

Non ci resta che aspettare di poterli indossare.

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Mestic, moda, riciclo, sostenibilità

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