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Blue Economy: la seta per fertilizzare i campi

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La seta come fertilizzante e materiale per sostituire i metalli pesanti: ne gioverebbe l’ambiente e l’economia

Seta per fertilizzare i suoli. Addio metalli pesanti come il Titanio, la coltivazione diventa più ecologica ed  economica, grazie alla Blue Economy, la nuova economia pensata da Gunter Pauli, fondatore di Zeri. In realtà, a scoprire tutte le potenzialità della seta è stato Fritz Vollrath, docente al dipartimento  di zoologia dell’Università di Oxford, che nel 1992 diete vita ad un vero e proprio studio sui bachi e sul ‘frutto’ da loro prodotto.  Il team di lavoro di Vollrath mise anche a punto, ispirandosi ai ragni e servendosi solo di acqua e pressione, una gamma di strumenti medici commercializzata dalla Oxford biomaterials.

La capacità della seta di sostituire i metalli pesanti, la rendono anche un ottimo elemento non solo per la fertilizzazione dei campi, ma anche un materiale per realizzare oggetti da cucina. Se mai dovesse avvenire la sostituzione, la domanda di seta crescerebbe a dismisura, ma è vero anche che diminuirebbero le richieste dei metalli e quindi l’attività estrattiva di essa, con conseguenze sul fronte del lavoro.  A far fronte a questo è la seta stessa ‘Dato che i bachi da seta si nutrono delle foglie dei gelsi, piantagioni intensive di questi alberi potrebbero fornire cibo, energia, rigenerazione dei suoli e posti di lavoro’, si legge sul libro Blue Economy.  Nellòa pratica, entro 10 anni il numero di persone coinvolte e impiegate in questo settore potrebbe raggiungere 1.250.000.

Un buon risultato per l’ambiente e il portafoglio.

gc 

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