Ambiente. Sei italiani tra i vincitori di Eco-Innovation

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Sui 42 vincitori del bando ‘Eco-innovation’ dell’Ue per il 2010, sono in tutto sei i progetti che hanno aziende italiane come capofila. Il programma nasce per promuovere la competitività e l’innovazione nel rispetto dell’ambiente

Sui 42 vincitori del bando ’Eco-innovation’ dell’Ue per il 2010, sono in tutto sei i progetti che hanno aziende italiane come capofila. Il programma, che nasce per promuovere la competitività e l’innovazione, ha visto l’anno scorso 287 candidature, con un aumento del 42% rispetto al 2009. Il 66% dei partecipanti e dei beneficiari è costituito da piccole e medie imprese (Pmi). Questi fondi Ue sono destinati a sostenere nuovi prodotti, servizi e processi che utilizzano meno risorse naturali e meno rifiuti, meno emissioni e meno agenti inquinanti. Il bando per il 2011, che può contare su 38 milioni di euro di cofinanziamento europeo, scade il prossimo 8 settembre.

"Queste ecoinnovazioni – ha affermato il commissario Ue all’ Ambiente, Janez Potocnik – rappresentano una grande fonte di ispirazione perché illustrano un modo più ecologico ma molto efficace di svolgere attività economica in Europa. E sono lieto di poter dire che i finanziamenti per il 2011 ammontano a 38 milioni di euro, con un aumento di tre milioni rispetto allo scorso anno, anche se restano di gran lunga inferiori al livello crescente della domanda". Un settore prioritario per il bando del 2011 è la conservazione delle risorse idriche, seguita dal riciclo dei materiali, edifici sostenibili, industria degli alimenti e delle bevande, imprese verdi.

Ecco l’elenco dei sei progetti coordinati da italiani vincitori del bando del 2010: – Ecoplasbrick: coordinato dal Consorzio Cetma di Brindisi, produce un pannello per ’facciate ventilate’ composto da due strati di gres, con all’interno delle plastiche ’miste’, normalmente non riciclate; – Recogen: coordinato dalla Mario Puccioni Spa di Vasto (Chieti), serve a ’rigenerare’ l’acido cloridrico che viene impiegato per trattare i pezzi di ferro che devono essere zincati e impiega gli scarti per la produzione di fertilizzanti; – Re.Pack Edoils: coordinato dalla Fabio mataluni & C. s.r.l. impiega una percentuale di polietilene terftalato riciclato per la produzione di imballaggi per oli alimentari. L’obiettivo è una bottiglia in Pet 100% riciclato per olio commestibile; – SmartStripping: coordinato da LA152 (Milano), si occupa di una tecnologia di bonifica del suolo; – Supertex: coordinato dalla Next Technology Tecnotessile Società nazionale di ricerca (Prato), punta a dimostrare che il Pet riciclato può essere impiegato dall’industria tessile; – Zewipro: coordinato dalla Asteria (Ascoli Piceno), ha trovato il sistema di abbattere la CO2 generata durante la fermentazione alcolica del vino, che poi viene impiegata per la produzione di microalghe, impiegate poi in farmaceutica, cosmetica, mangimi e integratori alimentari.

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