Aperte al pubblico oltre 100 oasi del Wwf, dove si potranno anche ascoltare gli alberi
Sono più di 100 le oasi del Wwf aperte al pubblico in tutte le regioni italiane. Un vero mosaico di meraviglie naturali di cui oltre 40 costituite da boschi. Una occasione unica per l’osservazione di animali rari e protetti, per partecipare a iniziative speciali, come il ‘Tree listening’, l’ascolto dei suoni di un albero
Sono un vero mosaico di meraviglie naturali, che in questo periodo dell’anno diventano ancora più importanti per gli uccelli migratori. Sono le oltre 100 oasi italiane del WWF che sono aperte al pubblicoin questi giorni. Oltre 40 di queste sono costituite da boschi, uno degli habitat (e dei paesaggi) che gli italiani dimostrano di amare di più.
Tante le iniziative alle quali il WWF darà vita all’interno delle aree protette, dal ’Tree Listening’, ovvero ascolto dei suoni di un albero grazie ad un’opera creata dall’artista – designer inglese Alex Metcalf, in Italia per la prima volta in assoluto, in programma al Cratere degli Astroni a Napoli, ai laboratori di costruzione di maschere degli animali dell’oasi di Marmirolo in Emilia Romagna. Per gli sportivi c’è una minimaratona nell’oasi di Macchiagrande, nel Lazio che compie 25 anni. In Lombardia, a Vanzago, invece, si potrà conoscere e riciclare il sughero per salvare le sugherete. A Villa Paolina in Piemonte l’occasione di riconoscere gli alberi dalle foglie. La lavorazione della ceramica è proposta ai Calanchi di Atri in Abruzzo.
Costruire aquiloni a Le Cesine in Puglia, fare la ricotta sarda a Monte Arcosu. Proposta anche una escursione botanica alla scoperta del ginepro fenicio a Torre Salsa in Sicilia od una passeggiata in Toscana, lungo il nuovo “Sentiero Natura” a Orti Bottagone. E poi un incontro con le api e il miele al Bosco San Silvestro a Caserta.
In omaggio all’Anno delle Foreste il Wwf ha poi lanciato la grande raccolta fondi “Una nuova oasi per te” per tutelare e gestire a beneficio di tre boschi italiani di valore naturalistico: i Boschi di Marzagaglia in Puglia, dove querce rare, ulivi secolari, vigneti e masserie sono inframmezzati da strade e minacciati da tagli e pascoli; il bosco umido di Foce dell’Arrone, sul litorale laziale, sopravvissuto all’urbanizzazione devastante dell’area ed uno degli ultimi esempi di com’era un tempo la costa tirrenica e in Lombardia un’area prossima alla Riserva naturale di Valpredina, sulle Prealpi bergamasche.
(VG)
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