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Come siamo messi con le pandemie?

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A 100 anni dall’influenza spagnola, gli scienziati dicono che, nonostante i progressi tecnologici, non siamo ancora pronti ad affrontare le emergenze

La più grande epidemia della storia del mondo si è verificata nel 1918, 100 anni fa: l’influenza spagnola. Il virus dell’influenza H1N1 ha ucciso più di 50 milioni di persone e ne ha infettate oltre 500 milioni a livello globale.

Proprio in vista di questo centenario, i ricercatori hanno deciso di farsi una domanda: cosa ci succederebbe oggi di fronte a una simile pandemia? Saremmo pronti ad affrontarla?

Un articolo pubblicato su «The Lancet Infectious Diseases» dice che la risposta è no.
«La risposta è tristemente no: non sappiamo quale virus causerà la prossima pandemia, non c’è modo di sviluppare e dispiegare rapidamente un vaccino efficace contro un virus pandemico, le differenze nella qualità dei sistemi sanitari ostacolano una pronta risposta e i dati di sorveglianza su l’influenza ha grandi lacune», così hanno scritto i ricercatori nell’editoriale. «Una pandemia influenzale rappresenta una minaccia reale che potrebbe essere gestita solo con una risposta rapida ed efficace da parte sia dei governi nazionali che della comunità sanitaria internazionale, cosa che non è stata vista per il più recente trauma principale di una malattia infettiva mortale, l’emergenza di Malattia del virus Ebola nell’Africa occidentale nel 2014-2016».

Secondo i ricercatori, per rispondere bene a una situazione di allarme ci si dovrebbe poter appoggiare su tre pilastri: vaccinazione preventiva, sorveglianza dell’epidemia e capacità di risposta degli edifici atti alla cura.

Facciamolo.

Arriverà una nuova pandemia, anche se non sappiamo quando e non dobbiamo rischiare di farci trovare impreparati.

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emergenza, h1n1, pandemia, sanità, spagnola

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