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Congelare il «nervo della fame» per perdere peso

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Secondo un nuovo studio, si potrebbe lavorare sul nervo che trasmette il segnale della fame al cervello per gestire i problemi di obesità

Il nome proprio del cosiddetto «nervo della fame» è «tronco vagale posteriore» ed è parte del più grande nervo vago che è collegato con il cuore, i polmoni e il sistema digestivo. È su questo nervo che hanno lavorato i ricercatori per cercare un metodo innovativo per far perdere peso ai pazienti in difficoltà, visto che questo nervo è uno dei meccanismi che utilizza il nostro corpo per avvertire il cervello che lo stomaco è vuoto.

I risultati dello studio di fase 1 includevano 10 pazienti in sovrappeso, in età tra i 27 e i 66 anni. Durante la procedura, i ricercatori hanno inserito una sonda attraverso la schiena dei pazienti e, guidati da immagini in tempo reale ottenuti grazie a una scansione TC, hanno utilizzato il gas argon per congelare il nervo. L’obiettivo era quello di impedire che il segnale della fame arrivasse al cervello, in modo da far diminuire la quantità di cibo desiderata e mangiata.

I pazienti sono stati controllati 7, 45 e 90 giorni dopo la procedura e, ad ogni appuntamento, hanno dichiarato di avere un calo dell’appetito. Infatti, durante il follow-up, i pazienti hanno perso in media il 3,6% del loro peso corporeo e hanno avuto una diminuzione di circa il 14% dell’indice di massa corporea (BMI, una stima del grasso corporeo in base al peso e all’altezza).

Questi risultati hanno interessato gli scienziati davvero molto e, infatti, il loro obiettivo, adesso, è di testare l’efficacia a lungo termine di questa procedura che, per ora, è sconosciuta.
Lo studio, quindi, che è stato presentato alla Society for Interventional Radiology Conference dovrebbe passare presto alla fase 2.

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