Cosa succede alle persone a cui viene asportato metà cervello?
Una nuova analisi ha valutato la salute del cervello delle persone che ne avevano conservato solo una parte a causa di una emisferectomia
Uno studio, pubblicato recentemente sulla rivista Cell Reports, si è occupato di valutare la salute del cervello di sei adulti che avevano subito un’emisferectomia da bambini.
La chirurgia altamente invasiva, che comporta la rimozione o il taglio di metà del cervello, era stata parte di un trattamento pediatrico per l’epilessia che mirava a ridurre il rischio di convulsioni. Quello che ne è risultato è che queste persone sono straordinariamente efficienti, con abilità linguistiche intatte.
L’autore principale dello studio Dorit Kliemann e il suo team hanno spiegato che i sei pazienti avevano tutti lottato con convulsioni epilettiche implacabili sin dalla tenera età, con un paziente che addirittura aveva iniziato ad averne pochi minuti dopo la nascita. Le emisferectomie sono in genere eseguite come mezzo per tenere sotto controllo forme di epilessia non altrimenti trattabili. Lo scopo è quello di isolare qualsiasi metà (o emisfero) del cervello che sia affetto dalla malattia.
Ciò può significare sia l’effettiva rimozione della metà problematica del cervello sia l’ interruzione di tutte le connessioni fisiche tra le due metà.
Tutti i pazienti dello studio avevano subito la completa rimozione di metà del loro cervello – il paziente più giovane aveva solo 3 mesi al momento dell’intervento, mentre il più anziano aveva 11 anni. A quattro avevano tolto la parte destra del cervello, mentre a due avevano tolto la parte sinistra.
Ora che hanno tutti tra i 20 e i 30 anni, i sei pazienti hanno accettato di sottoporsi a scansioni cerebrali che sono state poi confrontate con quelle di sei adulti sani e con dati precedentemente raccolti su quasi 1.500 adulti sani (di età media di 22 anni).
Poiché le reti cerebrali dedicate a una singola funzione regolatoria spesso abbracciano entrambi gli emisferi del cervello, il team si aspettava di vedere un’attività neurale più debole tra i pazienti con emisferectomia, ma non è stato così.
In effetti, le scansioni hanno rivelato una normale funzione di comunicazione e attività della rete.
Secondo gli scienziati questa incredibile compensazione attuata da questi cervelli «a metà» dovrebbe essere materia di studio perché potrebbe portare a nuove strategie di intervento mirate per aiutare altri tipi di pazienti alle prese con gli effetti debilitanti di una varietà di lesioni cerebrali.
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