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Ebola allo Spallanzani di Roma? No, è malaria

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L’uomo Nigeriano ricoverato allo Spallanzani di Roma è malato di malaria e non di ebola

 

Il caso sospetto di ebola, registrato all’Ospedale Spallanzani di Roma, è malaria. Il Nigeriano 43 enne era stato ricoverato ieri pomeriggio alle 18.30 circa per la febbre alta. Messo subito in isolamento, l’uomo è stato sottoposto a tutti i test necessari, risultati negativi, secondo quanto riferito da fonti interne all’ospedale. ‘Il paziente nigeriano si e’ recato recentemente in Nigeria, non soggiornando in nessuna delle localita’ interessate dal recente focolaio di malattia da Virus Ebola in quel paese. E’ rientrato in Italia il 2 ottobre con volo con scalo ad Addis Abeba, e gia’ durante il volo ha cominciato a manifestare sintomatologia febbrile. Tale sintomatologia e’ aumentata nei giorni successivi, per cui ieri, 7 ottobre, si e’ recato al DEA dell’Ospedale S. Giovanni, da dove si e deciso il trasferimento presso l’INMI, ma non come sospetto di Ebola, non presentando il paziente il criterio epidemiologico. Nella stessa giornata presso l’INMI e’ stata fatta prontamente diagnosi di malaria da Plasmodium falciparum, con elevata parassitemia e piastrinopenia. Veniva iniziata terapia antimalarica. Questa mattina il paziente si presenta apiretico, vigile e in condizioni generali migliorate. Si segnala inoltre la positivita’ sierologica dell’antigene per Dengue, con negativita’ anticorpale, quadro in ulteriore definizione. Non essendo inquadrato come caso sospetto non e’ stato sottoposto ai test per malattia da Virus Ebola’, ha affermato la direzione generale dell’Ospedale. 

Tutti i casi sospetti di ebola verificatisi in Italia sono stati ‘smentiti’ dalle analisi. 

Proprio sulla prassi di come vengono trattati i casi sospetti di ebola in Italia si è espresso questa mattino il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: ‘Il malato infetto viene preso e portato allo Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano, questa è la procedura, ovviamente tutti gli operatori sanitari italiani sono allertati. Spallanzani e Sacco sono ospedali di altissimo livello e vengono presi come esempio, chiamati ed interpellati dall’Organizzazione mondiale della sanità’.

 

Ovvio, ‘Non è che una persona qualsiasi può avere dei sintomi, deve essere una persona che deve essere stata a contatto con un malato di ebola -precisa il ministro della Salute-, si tratta di persone che vengono da quei Paesi che hanno lavorato con i malati e quindi hanno necessità di assistenza ed informazioni corrette, stiamo sempre parlando di misure di precauzione noi non stiamo vivendo un allarme o una emergenza, va bloccata la situazione in West Africa perché se passiamo da 20mila malati, previsione Oms per la fine dell’anno, a 100mila, se non conteniamo questa curva diventa una situazione molto difficile per l’Africa e per il mondo. Noi stiamo solo provvedendo a delle misure più alte in previsione di un aumento dell’epidemia in Africa. Questo non vuol dire che uno cammina per strada e si prende Ebola, questo lo voglio ribadire con grandissima chiarezza in modo che le persone possano vivere serenamente’.

 

Giusy Caretto

 

 

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