Ebola: l’Oms ammette le sue colpe. Nigeria virus free
Mentre l’Organizzazione mondiale della sanita’ si fa un esame di coscienza e ammette le sue colpe, la Nigeria viene dichiarata virus free
Nella valutazione del virus ebola qualche errore è stato commesso. Lo ammette la stessa Organizzazione mondiale della Sanità, che nei giorni scorsi si è fatta un duro esame di coscienza, arrivando alla conclusione che la diffusione su vasta scala dell’ebola è dovuta anche a staff incompetente, nomine politiche in Africa e alla troppa burocrazia. L’esame di coscienza, in realtà, doveva rimanere privato (l’analisi è redatta in un documento interno all’Oms), ma è trapelato alla stampa. E mentre l’Oms smorza i toni e invita tutti ad attendere una versione definitiva del documento, quanto trapelato non lascia adito a dubbi: ‘quasi tutti quelli coinvolti non hanno visto che una tempesta perfetta si stava preparando, pronta a esplodere in tutta la sua forza’.
Il mondo non era pronto ad affrontare questa epidemia. Anche gli Usa hanno e hanno avuto difficoltà: l’ospedale di Dallas in una lettera aperta chiede scusa, ammette carenze e si impegna a standard più rigidi. ‘’Nonostante le migliori intenzioni non siamo riusciti a rispettare gli elevati standard che sono il fulcro della storia dell’ospedale e della sua missione’’ scrive Barclays Berdan, l’amministratore delegato di Texas Health Resources, la società no profit alla quale fa capo il Texas Health Presbyterian Hospital.
E mentre qualcuno pensa alle colpe, in Nigeria si festeggia. La Nigeria, da oggi, è stata dichiarata, dall’Oms, ‘Ebola free’, dopo 42 giorni senza nuovi casi sospetti. La Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa, è riuscita a limitare a 20 il numero di casi di Ebola, di cui otto letali, interrompendo la trasmissione del virus letale. ‘Si tratta di un successo spettacolare che dimostra che Ebola può essere contenuta’, ha commentato l’Organizzazone, sottolinenando che avrebbe potuto trattarsi dell’epidemia di Ebola ‘più esplosiva che si possa immaginare’.
Ad una buona notizia, però se ne affianca una brutta. Nella migliore delle ipotesi, infati, il vaccino contro l’Ebola non arriverà in tempo per essere usato su larga scala durante l’epidemia in corso. La produzione potrebbe essere attiva solo nel 2016, ha affermato in un’intervista alla Bbc Ripley Ballou, capo della divisione vaccini dell’azienda Gsk, che sta sviluppando quello più avanzato. Al momento sono in corso test di fase 1 del vaccino su volontari sani in Usa, Gran Bretagna e alcuni paesi africani. Solo se non ci saranno effetti collaterali gravi si procederà all’inizio del 2015 con quelli di efficacia. Dopo bisognerà elaborare i dati e capire qual è la dose efficace e quanto dura l’effetto protettivo. Quindi, bisognerà acquisire l’abilità di produrlo su larga scala.
gc
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