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Giovani, adulti e ipertensione

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Secondo un nuovo studio, sono molti i pazienti affetti da pressione alta che evitano i farmaci

L’ipertensione è una malattia molto seria, eppure, secondo un nuovo studio uscito di recente sulla rivista Hypertension, oltre la metà dei pazienti relativamente «più giovani» – ovvero quelli di età inferiore ai 65 anni – a cui sono prescritti farmaci per la pressione alta o smettono di prenderli entro pochi mesi o non li prendono come prescritto.

L’interruzione del trattamento per l’ipertensione può rivelarsi una scelta molto pericolosa, soprattutto per i più giovani. Il flusso sanguigno, infatti, è qualcosa che succede fisicamente e, ogni volta che il cuore pompa, i vasi vengono colpiti da ondate di sangue; se si pensa che, per chi si ammala di questa patologia da giovane, lo stress di esposizione dura per più di 10, 20 anni, ci si rende conto di quanti danni la pressione sanguigna alta provochi al sistema vascolare.

Nello studio, il team guidato dal professore della Temple University di Philadelphia, Gabriel Tajeu, ha monitorato il tasso di rinnovamento delle prescrizioni per i farmaci per la pressione sanguigna rilasciate a oltre 370.000 pazienti di età inferiore ai 65 anni – tutti avevano un’assicurazione privata, informazione molto importante negli Stati Uniti, perché elimina la possibilità che sia per mancanza di soldi che si rinuncia ai farmaci.
I ricercatori hanno scoperto che il 23,5% dei pazienti ha smesso di assumere i farmaci entro i primi nove mesi dalla diagnosi, e che, tra quelli che hanno continuato a usarli, il 40% ha fatto la cura in maniera impropria, prendendo la quantità prescritta meno dell’80% delle volte. Complessivamente, oltre la metà (54%) dei pazienti non ha assunto i farmaci come prescritto o ha smesso di usarli.

Questi numeri molto importanti segnalano il fatto che, essendo l’ipertensione una malattia asintomatica e silenziosa, tende ad essere presa molto sottogamba, ma questo è un atteggiamento rischioso visto che, quando non è trattata, questa malattia porta a infarti e ictus.

 

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