In Puglia 16 casi di Seu. Panico epidemia

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Si sono verificati in Puglia, in pochissimi mesi, 16 casi di Seu, una malattia intestinale, caratterizzata dall’associazione di manifestazioni patologiche a carico del sangue e dei reni

 

In Puglia sono stati registrati 16 casi di Seu, Sindrome emoletico-uretica, una malattia intestinale, caratterizzata dall’associazione di manifestazioni patologiche a carico del sangue e dei reni, intestinale causata dal batterio escherichia coli. La Seu preoccupa per i possibili danni ai reni e al al sistema nervoso.   Il numero dei casi è allarmante, soprattutto, se si pensa che in Italia in un anno i casi di Seu arrivano a malapena a 40. L’ultimo caso di Seu registrato riguarda una bambina di 11 mesi, mentre solo 24 ore prima era toccato ad un quindicenne di Brindisi.

Visti i numeri, qualcuno parla già di epidemia, mentre tutti gli esperti invocano calma per evitare allarmismi. Una cosa, però, è certa : è stata diramata, in tutti gli ospedali del Bel Paese, l’allerta affinchè tutte le strutture possano essere pronte.

I casi di Seu si sono verificati nelle province di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce: 14 hanno riguardato bambini di età inferiore ai 36 mesi e tutti hanno presentato segni di dissenteria con sangue e muco nelle feci, dolore addominale, pallore, astenia, vomito. Per capire le cause dell’infezione si stanno setacciando più strade: la filiera alimentare, quella zootecnica, le acque di balneazione e potabili.

In realtà, le indagini hanno già portato all’evidenza alcuni elementi comune tra tutti i pazienti: si tratta dell’anguria e dei panini imbottiti di carne cotta sui furgoncini e insalata. Sulle angurie, in particolare, c’è il sospetto che siano state lavate con acqua contaminata. Bisogna capire quale sia la strada di diffusione del batterio.

 

Cosa fare se iniziano a manifestarsi i primi segni di seu? ‘L’importante è mantenere la calma’, questo il primo consiglio di Piergiorgio Chiriacò, primario del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Perrino di Brindisi. ‘Non bisogna entrare nel panico per una scarica di feci non solida. Il problema è quando le scariche sono superiori a cinque nelle 24 ore, se nelle feci compare muco o sangue. In tal caso, è bene rivolgersi al pronto soccorso per controllare funzionalità renale, stabilire se c’è bisogno di consulenza infettivologica e se c’è gastroenterite batterica riconducibile a escherichia’.

gc

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