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La tossicità indotta nei bambini

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Negli Stati Uniti, l’esposizione non intenzionale dei bambini agli oppiodi è cresciuta del 215% in tre anni

La buprenorfina è un farmaco oppioide usato per trattare il disturbo da uso di oppioidi: secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista «Pediatrics», sono 11.275 i casi dal 2007 al 2016 di bambini o adolescenti con un’età inferiore ai 19 anni che ne hanno fatto uso. L’86% delle esposizioni erano in bambini di età inferiore ai 6 anni e l’89% delle esposizioni non era intenzionale. Il tasso complessivo è aumentato del 215,6% dal 2007 al 2010.

Numeri pazzeschi, che raccontano una realtà molto pericolosa, di cui non si conoscono nemmeno le conseguenza, essendo abbastanza inedita la fornitura di questi medicinali ai bambini – la buprenorfina è sia uno stimolante dei recettori degli oppiacei che un bloccante, quindi anche se non fornisce lo stesso livello degli altri oppiacei è comunque un oppiaceo.

Gli adolescenti potrebbero non avere lo stesso rischio dei bambini di 5 anni, ma nemmeno loro ne sono immuni, anche perché potrebbero mescolarci degli additivi, come alcol o altre droghe. Infatti, sebbene gli adolescenti costituissero solo l’11% delle esposizioni totali, il 77% di quelle esposizioni era intenzionale (con il 12% di sospetti suicidi) e più del 25% utilizzava buprenorfina con almeno un’altra sostanza, secondo lo studio – informazione molto interessante è che sebbene più del 60% dell’abuso di buprenorfina sia stato negli adolescenti maschi, le femmine hanno rappresentato quasi il 60% dei sospetti suicidi all’interno di questo gruppo.

Gli autori dello studio si aspettano che con circa 2,1 milioni di persone negli Stati Uniti che hanno un disturbo da uso di oppioidi e 11,5 milioni che abusano della prescrizione di oppioidi, il numero di bambini e adolescenti esposti alla buprenorfina continuerà ad aumentare.

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bambini, oppioidi

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