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Nuova cura per sconfiggere tumore: farlo morire di fame

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Un team di scienziati italiani ha scoperto un nuovo promettente metodo per bloccare il cancro: bersagliare l’L1 vascolare

 

Il tumore può essere sconfitto, facendolo morire di ‘fame’. Un team di scienziati italiani ha scoperto un nuovo promettente bersaglio per bloccare il cancro: si tratta di una molecola del sistema nervoso – L1 – espressa anche sulla  superficie endoteliale dei vasi sanguigni che alimentano le cellule tumorali. Inattivarla, attraverso anticorpi o altri approcci, ne rallenta sensibilmente la crescita. Una reinterpretazione in medicina della tattica militare dell’accerchiamento.

Grazie allo studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano si riapre il capitolo dei farmaci anti-angiogenetici, diretti a impedire la formazione di nuovi vasi sanguigni che favoriscono la crescita del tumore nutrendolo. Bersagliare l’L1 vascolare, secondo gli esperti, andrebbe ad aggiungersi alle poche terapie anti-angiogeniche al momento disponibili: aumenterebbe le vie alternative a un attacco diretto al gene alterato nelle cellule cancerose, responsabile del processo di formazione del tumore. ‘I nostri risultati dimostrano che non solo questa molecola è presente in modo abbondante e specifico nei vasi sanguigni tumorali, mentre è quasi assente in quelli normali – spiega Cavallaro – ma anche che rappresenta un potenziale target terapeutico nel contesto di trattamenti diretti ai vasi stessi’.

Secondo le conclusioni dello studio coordinato da Ugo Cavallaro, ricercatore del programma di Medicina molecolare dell’Ieo, l’inattivazione di L1 riduce la vascolarizzazione e induce la ‘normalizzazione’ dei vasi tumorali, con modifiche strutturali e funzionali che migliorano il flusso sanguigno all’interno del tumore.

 

‘Anche se dal punto di vista terapeutico l’idea di rendere più funzionale la rete vascolare di un tumore può sembrare paradossale, in realtà – precisa lo scienziato – questo approccio potrebbe risolvere un problema molto comune nell’ambito delle chemio convenzionali, cioè la scarsa penetrazione dei farmaci in tutte le aree del tessuto neoplastico. Si otterrebbe dunque un doppio effetto: blocco della vascolarizzazione e potenziamento della  chemioterapia o di altri trattamenti anti-tumorali’.

gc

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