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Mind Order: mi annoio quindi esisto

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La noia è uno stato d’animo che può essere vissuto senza timore?

Nel romanzo “Oceanografia del tedio” di E. D’Ors, il medico prescrive al protagonista di annoiarsi come unica medicina per stare meglio “senza attenuazioni, senza gradazioni…nei limiti del possibile né un movimento né un pensiero”.
Nella cultura contemporanea, al contrario, la noia sembra essere uno stato d’animo il più possibile da evitare, un pericolo da prevenire con ogni mezzo riempiendo ogni minuto della giornata con qualche azione.
Un tipico esempio di questa affannosa iperattività riguarda la vita dei bambini che è piena, fin dalla tenera età, di uno sconsiderato numero di impegni extrascolastici quasi fosse un difetto quello di avere del tempo libero per fare quel che capita o anche niente.
Tale stile di vita non consente di prendere confidenza con le emozioni spiacevoli, di cui certamente la noia fa parte, e impedisce di abituarsi all’idea che nella vita è possibile incorrervi senza temere che accada il peggio.
Da un punto di vista psicologico “la noia è uno stato più facile da descrivere che da definire…consiste di diverse componenti: uno stato di intenso desiderio e l’incapacità di indicare ciò che si desidera; un senso di vuoto; un atteggiamento passivo, di attesa, accompagnato dalla speranza che qualcuno o qualcosa lo interrompa, una sensazione che il tempo si sia fermato”(R. R. Greenson).
La sensazione che il tempo non passi mai è comune in coloro che si sentono annoiati, ed ecco una contraddizione tipica della nostra epoca: da una parte il desiderio di fermare il tempo, rallentare l’invecchiamento o illudersi di sconfiggere ogni malattia per poter allungare all’infinito la vita, dall’altra però se il tempo scorre troppo lentamente anche questo diventa un problema che deve trovare delle soluzioni.
In realtà si tratta di un fenomeno passeggero, non persistente, solitamente circoscritto a qualche ora o pochi giorni anche se può presentarsi frequentemente in alcuni periodi. Basta poco per superarlo, non è un meccanismo rigido, e anche quando una persona si sente molto annoiata sembra mantenere la disponibilità a uscire rapidamente da questo stato e resta recettivo ai possibili stimoli.
Raramente persone affette da gravi disturbi psichici riferiscono di sentirsi annoiati, più spesso angosciati, vuoti, paralizzati; possiamo quindi pensare che questa emozione faccia parte di una certa “normalità” dell’esistenza. E’ infatti diversa e distante dall’apatia o dalla depressione in senso psicopatologico.
I rimedi, se ce ne fosse bisogno, stanno nel sentimento opposto alla noia, infatti se l’allegria è il contrario della tristezza qual è il contrario della noia?
Certamente non le azioni portate all’esasperazione, ma la curiosità, il coinvolgimento, la creatività e l’immaginazione, tutti aspetti vitali che necessitano tuttavia di essere alimentati e incoraggiati e forse, uno stimolo a utilizzare queste risorse, subentra proprio quando ci si sta annoiando.

Dottoressa Raffaella Morelli
Fondatrice e responsabile studio Mind Order. Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana.
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Bibliografia
D’Ors E., Oceanografia del tedio, ed. Aragno, 2016
Esplorazioni psicoanalitiche, ed Boringhieri, 1984
Fenichel O., On the psychology of boredom in Collected papers of O. Fenichel e D. Rapaport, Norton, 1953-54
Greenson R. R., Esplorazioni psicoanalitiche, ed. Bollati Boringhieri, 1999

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noia, psicoanalisi, psicologia

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