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Batteri esperti di esplosivi

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La Darpa sta ingegnerizzando i batteri per farli diventare rilevatori di bombe

Rilevare gli esplosivi sotterranei è molto difficile: le mine non si vedono e per trovarle sono molti i metodi che sono stati usati nel corso del tempo – per esempio, cani o ratti che scovavano i dispositivi grazie all’olfatto, mettendo però a rischio la loro vita, ma anche robot contro le mine antiuomo che però sono sempre risultati costosi e ingombranti.

Di recente, le forze armate statunitensi stanno esplorando un’altra opzione di rilevamento delle bombe sotterranee, mai battuta prima: dei batteri luminosi geneticamente modificati.

La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) ha concesso ai ricercatori del Worcester Polytechnic Institute e della società di tecnologia di difesa Raytheon dei finanziamenti per esplorare l’uso di batteri per il rilevamento di bombe.

L’idea è quella di ingegnerizzare geneticamente due tipi di batteri. Se il primo tipo entra in contatto con un esplosivo sotterraneo, spingerà il secondo tipo a brillare sulla superficie del terreno dove attirerà l’attenzione delle telecamere o dei droni vicini.

In realtà, i ricercatori sanno già che è possibile che i batteri riescano a rilevare esplosivi, quello che non sanno e che stanno cercando di esplorare con questa ricerca è come sfruttare tale capacità quando gli esplosivi sono sotterranei. Sostanzialmente, stanno studiando come trasportare i batteri segnalanti alla profondità richiesta nel sottosuolo e come far sì che la luminescenza in superficie sia facilmente visibile.

Se i ricercatori avranno successo, i militari potrebbero presto avere un modo per rilevare i 110 milioni di esplosivi attualmente sottoterra senza mettere a rischio soldati, animali o robot.

 

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Batteri, bombe, darpa, rilevatori

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