Cancro e inquinamento atmosferico
Nello studio sono state individuate le province italiane più a rischio
I tumori sono oggi la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari. Durante gli ultimi decenni di ricerca sul cancro, lo stile di vita e alcuni fattori casuali e genetici come l’obesità, l’alcolismo, il fumo, le abitudini sedentarie sono state collegate allo sviluppo dei tumori e al tasso di mortalità.
Ma anche essendo collegati allo sviluppo dei carcinomi, non ne sono cause scatenanti: gli studi hanno dimostrato come vi sia un consenso emergente sul fatto che l’inquinamento ambientale dovrebbe essere considerato uno dei principali fattori scatenanti.
In questo studio dettagliato su scala nazionale che non ha precedenti, dal titolo “The spatial association between environmental pollution and long-term cancer mortality in Italy” condotto dall’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e dall’Università degli studi di Bari, il Cnr e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, sono stati analizzati i legami tra mortalità data dal cancro, fattori socio-economici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, sia a livello regionale che nazionale, utilizzando l’IA.
I risultati dello studio
Nel complesso è stato osservato che la mortalità per cancro non ha una distribuzione casuale o spaziale e supera la media nazionale soprattutto quando l’inquinamento ambientale è più alto, nonostante le abitudini di vita più sane.
Sono state analizzate 35 fonti ambientali di inquinamento e l’analisi ha dimostrato che al primo posto per quanto riguarda la lotta alla mortalità data dal cancro vi è la qualità dell’aria, seguita da aree da bonificare, aree urbane e densità dei veicoli a motore.
Altre fonti ambientali di inquinamento si sono dimostrate rilevanti per la mortalità di alcuni tipi specifici di cancro. Ad esempio, la qualità dell’aria e l’uso di pesticidi possono essere collegate all’aumento di mortalità per i tumori che interessano l’apparato gastrointestinale; l’aumento delle aree urbane invece ai tumori che interessano il sistema respiratorio.
Le province più a rischio
Su 107 province italiane, al primo posto si trova quella di Lodi seguita da Napoli, Bergamo, Pavia, Sondrio, Cremona, Gorizia, Caserta, Brescia e Piacenza. Il centro Italia vede al primo posto Viterbo (11°) seguita da Roma (18°), mentre al sud Napoli è seguita solo da Caserta (8°) nella classifica delle prime dieci città con alto tasso di mortalità per tumore.
Alla luce di questi risultati allarmanti, il gruppo di studio ha richiesto una riorganizzazione delle priorità della ricerca e della cura sul cancro che consideri la riduzione e la prevenzione della contaminazione ambientale come un’azione prioritaria da attuare nella dura lotta contro il cancro.
Luna Riillo
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