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Come controllare le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo?

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Un’intelligenza artificiale prevede i futuri collegamenti tra virus e mammiferi

Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications potrebbe aiutare gli scienziati a mitigare la futura diffusione di zoonosi e malattie del bestiame causate da virus esistenti.

Come raccontano in un comunicato stampa, i ricercatori dell’Università di Liverpool hanno utilizzato un’intelligenza artificiale (AI) chiamata machine learning per prevedere più di 20.000 associazioni sconosciute tra virus noti e specie di mammiferi sensibili, per aiutare a indirizzare i programmi di sorveglianza delle malattie.

È noto che migliaia di virus colpiscono i mammiferi, ma stime recenti indicano che fino ad oggi ne sono stati scoperti meno dell’1%.

Alcuni di questi virus, come i virus dell’immunodeficienza umana e felina, hanno una gamma di ospiti molto ristretta, mentre altri come la rabbia e i virus del Nilo occidentale hanno una gamma di ospiti molto ampia.

“La gamma di ospiti è un importante predittore del fatto che un virus sia zoonotico e quindi rappresenti un rischio per l’uomo. Di recente, è stato scoperto che SARS-CoV-2 ha una gamma di ospiti relativamente ampia che potrebbe aver facilitato la sua ricaduta sugli esseri umani. Tuttavia, la nostra conoscenza della gamma di ospiti della maggior parte dei virus rimane limitata”, spiega l’autrice capo dello studio, la dott.ssa Maya Wardeh dell’Institute of Infection, Veterinary and Ecological Sciences dell’Università.

È proprio per colmare questa lacuna di conoscenza che i ricercatori hanno sviluppato lo studio appena pubblicato.

I loro risultati suggeriscono che ci sono cinque volte più associazioni tra virus zoonotici noti e mammiferi selvatici e semidomestici di quanto si pensasse in precedenza. In particolare, pipistrelli e roditori, che sono stati associati a recenti epidemie di virus emergenti come coronavirus e hantavirus, sono stati collegati a un aumento del rischio di virus zoonotici.

Il modello prevede anche un aumento di cinque volte delle associazioni tra mammiferi selvatici e semidomestici e virus di specie domestiche economicamente importanti come bestiame e animali domestici.

Grazie a questo nuovo approccio di previsione, si potranno valutare meglio i virus che non abbiamo ancora incontrato, in modo da capire cosa studiare per aiutare a mitigare futuri focolai dati da nuove possibili zoonosi.

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