Dopo la morte si può diventare compost

Condividi questo articolo:

Arriva la possibilità di trasformare i resti umani in terreno organico: invece di essere cremati si può scegliere di essere compostati

Lo studio di architettura Olson Kundig ha svelato i progetti per la struttura di punta di Recompose, una società che offrirà un servizio di assistenza post-morte nuovo e sostenibile, in cui i resti umani verranno delicatamente convertiti in terreno.

Presentato come alternativa (molto più) ecologica alle sepolture e alle cremazioni tradizionali, il servizio di Recompose prevede di far risparmiare oltre una tonnellata di anidride carbonica per persona rispetto alle tipiche opzioni di tumulazione o cremazione.

Tutto questo sarà possibile grazie al fatto che, nell’aprile 2019, lo stato di Washington ha approvato un disegno di legge che consentiva il compostaggio dei resti umani – rendendo, tra l’altro, Washington il primo stato a legalizzare tale pratica.

La struttura di punta della società, sita a Seattle, enfatizzerà gli aspetti ecologici del servizio con l’inclusione del verde all’interno e l’uso di un’architettura modulare e riutilizzabile.

L’edificio, che misurerà circa 1.700 metri quadrati e sarà situato nel quartiere SoDo della città, includerà un’area cerimoniale circondata da alberi, spazi per lo stoccaggio, un’area per la preparazione di corpi, aree interne per gli affari amministrativi e una hall pubblica che descriverà il processo di ricomposizione.

Circa 75 ricompositori modulari – che saranno usati per compostare i resti umani nel terreno in circa 30 giorni – saranno accatastati e disposti attorno allo spazio di raccolta centrale.

L’apertura è prevista per la primavera del 2021.

Questo articolo è stato letto 57 volte.

anidride carbonica, compost, morte, resti umani, risparmio

Comments (7)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net