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Un tatuaggio per segnalare i tumori

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Arriva un dispositivo biomedico da impiantare sulla pelle per individuare l’inizio dello sviluppo di un cancro

Ci sono molti motivi per cui le persone si fanno un tatuaggio – per ricordare, per dimenticare, per avere una cosa bella sul corpo – ma ora ce ne potrebbe essere uno di più: gli scienziati dicono di aver progettato un «tatuaggio» biomedico in grado di segnalare le prime avvisaglie di una malattia grave.

Come raccontano nello studio, pubblicato sulla rivista «Science Translation Medicine», questo tatuaggio è costituito da cellule incorporate con sensori che misurano i livelli di calcio nel sangue. Inizialmente, quando viene impiantato sotto la pelle questo dispositivo è invisibile, ma i sensori diventano evidenti se i livelli di calcio nel sangue aumentano, per indicare una condizione chiamata ipercalcemia, che è un marker per diversi tumori e altre malattie. L’impianto, infatti, quando i livelli del calcio nel sangue si alzano, rilascia melanina, producendo una macchia scura rivelatrice sulla pelle.
Per testare la loro scoperta, i ricercatori hanno impiantato le cellule ingegnerizzate sotto la pelle di topi sia con tumori cancerosi che causano ipercalcemia, sia con tumori che non alterano i livelli di calcio nel sangue e hanno verificato che i tatuaggi sono emersi solo sulla pelle dei topi appartenenti al primo gruppo.

Se il dispositivo riuscisse davvero a fare queste diagnosi, si potrebbero individuare molti tumori a uno stadio precoce, in modo da poterli curare – cancro del colon, dei polmoni, della mammella e della prostata, per esempio.
Tuttavia, bisogna sottolineare che non tutti gli esperimenti che vengono fatti sugli animali poi riescono ad avere successo sulle persone e che questo studio è davvero una fase iniziale. Il progetto a lungo termine è un sistema universale di tatuaggi in grado di rilevare più problemi di salute contemporaneamente – oltre al cancro, infatti, si pone di diagnosticare anche disturbi neurodegenerativi come il Parkinson e l’Alzheimer.

I ricercatori hanno detto che potrebbe essere disponibile entro 10 o 15 anni.
Staremo a vedere.

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