Ambiente: ecosistema marino a rischio con i cambiamenti climatici

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Il progetto europeo MEECE evidenzia una correlazione diretta tra i cambiamenti climatici e la probabile diminuzione delle percentuali di fitoplancton e zooplancton negli oceani

Gli equilibri dell’intero ecosistema marino rischiano di essere seriamente compromessi a causa dei cambiamenti climatici. E’ quanto sostiene lo studio portato avanti dal progetto europeo ‘MEECE’ (Marine Ecosystem Evolution in a Changing Environment), che evidenzia una correlazione diretta tra il climate change e la probabile diminuzione delle percentuali di fitoplancton e zooplancton negli oceani.

Il progetto ‘MEECE’ terminato nel 2013 grazie ai finanziamenti dell’Ue (e i cui risultati sono stati recentemente pubblicati nel Global Change Biology Journal), ha infatti realizzato dei modelli di previsione relativi all’impatto del cambiamento del clima sugli equilibri marini, tenendo conto di fenomeni quali l’acidificazione, l’innalzamento della temperatura degli oceani e l’eccessiva antropizzazione delle acque causata, ad esempio, dallo sfruttamento eccessivo della pesca. I dati hanno quindi mostrato, in futuro, un incremento delle specie aliene marine, insieme all’aumento esponenziale dei tassi di inquinamento e la modifica irreversibile degli ecosistemi marini. Senza dimenticare che, con la diminuzione del fitoplancton, l’assorbimento di CO2 dall’atmosfera da parte degli oceani sarà inferiore, visto che si tratta di organismi responsabili della metà dell’attività fotosintetica del pianeta. E questo a sua volta ridurrà la capacità dell’oceano di regolare il clima.

Il progetto ‘MEECE’ ha infine elaborato una serie di strumenti di modellazione utilizzati per studiare la risposta degli ecosistemi marittimi regionali europei ai cambiamenti climatici, all’azione antropica e alle loro combinazioni. I molteplici risultati hanno portato risultati differenti da regione e regione, evidenziando ad esempio che i bacini chiusi come l’Adriatico, il Mar Nero e il Mar Baltico sono molto sensibili all’eutrofizzazione e all’azione del vento mentre i sistemi aperti sono più soggetti alle modifiche dell’offerta di nutrienti provenienti dal mare aperto. Per maggiori informazioni è possibile consultare questo sito.

(ml)

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