Il mangime di pesce può contribuire allo sviluppo di superbatteri

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Secondo i ricercatori, l’alimentazione di alcuni animali potrebbe essere la causa della diffusione di geni resistenti agli antibiotici

La ricerca condotta presso la Dalian University of Technology in Cina ha sollevato molte preoccupazioni riguardo il cibo di pesce per animali: a quanto dice lo studio, questo mangime potrebbe essere parzialmente responsabile della diffusione di batteri che non possono essere abbattuti dagli antibiotici.

Il cibo di pesce è un tipo di mangime animale fatto da pesci che non sono considerati idonei al consumo umano: esso viene utilizzato sia per alimentare pesci coltivati come il salmone, sia per animali da allevamento come polli e suini. I ricercatori hanno preso prodotti di farina di pesce provenienti dal Cile, dalla Cina, dal Perù, dalla Russia e dagli Stati Uniti e hanno creato dei fondi di sedimento marini in un laboratorio per vedere l’effetto dei residui non mangiati. Si deve immaginare che gli animali allevati assorbono solo (circa) il 35% del pasto di pesce che gli viene dato, mentre il resto viene rilasciato nell’ambiente.

Lo studio ha scoperto che questo tipo di mangime ha aumentato sia la diversità che la quantità dei geni resistenti agli antibiotici presenti nel sedimento. Il punto è che se questi geni stanno circolando nel nostro ambiente, c’è la concreta minaccia che essi generino superbatteri.

Come è noto, gli antibiotici hanno permesso agli esseri umani di sopravvivere a varie malattie che un tempo gli sarebbero state fatali: se si formano dei batteri che gli resistono, si tornerà indietro nel tempo, a quando le persone morivano di infezioni che oggi sono considerate ampiamente trattabili, se non addirittura prevenibili.

È ben documentato che la sovra-prescrizione di antibiotici ai pazienti umani potrebbe diminuire la loro efficacia nel tempo. Questo studio dimostra che la somministrazione di antibiotici ai pesci che sono destinati ad essere trasformati in farina di pesce potrebbe avere conseguenze analogamente distruttive.

Gli antibiotici sono una delle nostre risorse mediche più preziose, ma tutto questo potrebbe cambiare se non prendiamo le giuste decisioni su come e quando devono essere impiegati.

 

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