Le onde gravitazionali parlano anche italiano
Anche il nostro paese ha fatto la propria parte in quella che potrebbe essere la scoperta del secolo
Dopo 100 anni la scienza ha confermato le intuizioni di Albert Einstein: le onde gravitazionali esistono davvero. Finalmente gli scienziati sono riusciti a captarne il segnale.
Si tratta di increspature nello spazio tempo che vengono generate da eventi cosmici di potenza elevatissima, ad esempio la collisione tra buchi neri o l’implosione di stelle. Eventi che possono accadere in punti remoti dell’universo e si ‘riverberano’ fino a noi.
Questo apre possibilità di osservazione e comprensione dell’universo fino ad ora inimmaginabili.
La notizia è stata data in una conferenza stampa che si è tenuta contemporaneamente a Washington, a Cascina di Pisa nella sede dello European Gravitational Observatory (EGO).
Il fisico Giovanni Prodi, coordinatore del Trento Institute for Fundamental Physics Applications ha spiegato all’Adn Kronos: ‘Sono almeno 50 anni che gli scienziati lavorano per captare questi segnali. È come cercare di ascoltare un bisbiglio in un mare di rumore di fondo», prosegue Prodi. “Per farlo impieghiamo strumenti di rilevazione dalle caratteristiche diverse e sempre più sofisticati. La nostra sfida è azzerare gli effetti dei disturbi ambientali, come gli eventi sismici, i fulmini e persino le onde del mare o i rumori di fondo dovuti all’attività umana. Ma anche la stessa attrazione della gravità degli oggetti vicini o i rumori termici e quantistici connessi ai processi stessi di misurazione, che possono interferire. La scoperta è eccezionale anche perché questo primo segnale che abbiamo intercettato porta già con sé informazioni preziose dal punto di vista scientifico. Ci ha detto che i buchi neri esistono davvero, non solo in teoria, e che questi possono fondersi tra loro’
Ieri quindi è stata un grande giorno per la scienza, un risultato frutto dello sforzo congiunto di un migliaio di scienziati di tutto il mondo. Ed era presente anche il nostro paese che vanta una tradizione nel campo della fisica. Pensiamo a Edoardo Amaldi, Guido Pizzella e Adalberto Giazotto.
Emerge grande soddisfazione dalle parole del Ministro dell’Istruzione Giannini: ‘Come quattro anni fa al Cern di Ginevra, l’Italia è oggi tra i protagonisti della scoperta, grazie all’intelligenza, alla caparbietà e all’impegno dei ricercatori della Collaborazione VIRGO, che fa capo all’interferometro dello European Gravitational Observatory (EGO), di Càscina, vicino Pisa, progetto ideato e realizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dal Centre National de la Recherche Scientifique francese’.
La ministra descrive il laboratorio come ‘un fiore all’occhiello dell’eccellenza italiana, dei nostri scienziati e della nostra industria. Un esempio di come gli investimenti nella scienza e nelle grandi infrastrutture di ricerca siano essenziali per il progresso delle conoscenze e per lo sviluppo del Paese’.
‘Colgo l’occasione – chiude Giannini – per ringraziare tutti i ricercatori che, con questa fondamentale scoperta, ci permetteranno, d’ora in poi, di guardare il cielo con nuovi occhi. Come fece Galileo Galilei più di 400 anni fa’.
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