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La Coppa del mondo e l’ambiente

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Nonostante gli impegni in tema di sostenibilità, non tutti gli stadi costruiti hanno rispettato le promesse

Con molta tristezza da parte nostra – che ne siamo rimasti esclusi come Nazionale – è iniziato il Campionato del Mondo di calcio. È un torneo sportivo che conosciamo e amiamo, ma che quest’anno ci ha stupito grazie al suo tentativo di prestare attenzione all”ambiente: per la prima volta, infatti, la FIFA ha chiesto che tutti gli stadi fossero costruiti e rinnovati tenendo presente la sostenibilità. 

Ovviamente, nonostante questa richiesta sia stata in parteperseguita, alcuni stadi, come l’Arena Baltika di Kaliningrad, sono stati meno rispettosi dell’ambiente. Lo stadio di Kaliningrad, infatti, è stato costruito su una delle ultime zone umide della città, un habitat per uccelli rari, praticamente un angolo di paradiso a sentire gli ambientalisti.
Il destino di queste zone umide di Kaliningrad è stato segnato nel 2014 quando gran parte dell’habitat è stata sepolto sotto più di un milione di tonnellate di sabbia per preparare i terreni allo stadio.

Quindi, sebbene l’Arena Baltika sia stata costruito con materiali ecologici e sia stata dotata di sistemi di ventilazione e di sistemi elettrici efficienti dal punto di vista energetico, il suo impatto ambientale non è ecologicamente sostenibile, in particolare considerando come le zone umide fungessero da depuratore naturale del vicino fiume inquinato.

Una vera sconfitta per gli ambientalisti, ma non per gli organizzatori del Mondiale.

Il comitato della Coppa del Mondo infatti ha risposto a queste accuse declinando ogni responsabilità: hanno detto che in quelle zone desolate non c’era proprio niente da difendere, che se si ragiona in questo modo qualsiasi palude può diventare un posto ecologico sul quale non è possibile costruire.

A prescindere dalle ragioni e dalle accuse, la nostra speranza è che quegli uccelli trovino un altro posto in cui vivere e prosperare.

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calcio, mondiali, stadi

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