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BAMBU’, IL MATERIALE CHE INGANNA

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Piatti, posate e tazze… sono davvero green?

Negli ultimi anni fortunatamente, stiamo vedendo una svolta per cercare di eliminare la plastica dal nostro uso quotidiano. Bottiglie in metallo e lattine, cannucce di carta, sacchetti compostabili. Sicuramente ci sarà anche capitato di utilizzare delle “stoviglie” in bambù.

Le piante di bambù provengono da zone situate in oriente, come Cina e Giappone, ma sono ormai diffuse anche in Africa e America; sono piante diffuse in tutto il pianeta, quindi ne esistono specie tropicali, che preferiscono il caldo e si possono coltivare in vaso, come ne esistono varietà di origine himalayana, che sopportano il freddo e il gelo.

A differenza del bambù, la maggior parte delle plastiche non si biodegrada, di conseguenza, tutta quella dispersa in natura resterà sul pianeta per centinaia o migliaia di anni; decomponendosi molto lentamente, accumulandosi nei mari, negli oceani e distruggendo gli ecosistemi.

Ma sarà davvero così?

Rischioso per la salute

Anche se si presenta come alternativa sostenibile e naturale, in realtà non lo è affatto.

Spesso sulle etichette troviamo le scritte che evidenziano la componente bambù e altre fibre provenienti da piante che riportano lo slogan “ecologico” oppure “compostabile/biodegradabile”.

La commissione europea però dichiara che sono “affermazioni fuorvianti”!

I problema è molto semplice: gran parte di queste stoviglie sono fatte in plastica. Cioè il prodotto principalmente è stato creato con fibre plastiche, mentre materiali come il bambù sono utilizzati come riempitivo. Ed è per questo che prodotti di questa tipologia non possono essere classificati ecocompatibili o riciclabili.

Il rischio per la nostra salute “avviene” nel 2019 quando il BfR, l’istituto tedesco che si occupa di sicurezza alimentare, sulla base di dati raccolti negli ultimi sei anni, scopre che centinaia di stoviglie di questo genere, a contatto ripetuto con sostanze calde come the, caffè e alimenti vari, rilascerebbero delle sostanze nocive per il nostro corpo.

L’ente tedesco ha evidenziato soprattutto il rilascio di formaldeide.

Quest’ultima è classificata dall’agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro (LARC), come “cancerogeno certo”.

Il vero bambù

Vista l’alta possibilità di incorrere in questa tipologia di oggetti, il consiglio è quello di non utilizzarli e riportare subito il prodotto al punto vendita.

Ma non tutti i prodotti in bambù sono interessati al bando della commissione europea. Infatti, ci sono sul mercato delle stoviglie realizzate al 100% con bambù o altro materiale vegetale, le cui fibre non sono state ne modificate ne mescolate con sostanze plastiche, ma semplicemente tagliate e modellate.

La peculiarità del bambù è che è un materiale molto versatile e può essere impiegato in mille modi, dalla cucina alla moda, dall’architettura alla cosmetica.

Nel settore alimentare sono circa 200 le specie di bambù commestibili che forniscono germogli edibili. Da un punto di vista nutritivo i germogli di bambù freschi rappresentano un alimento sano e nutriente, a basso contenuto di grassi e con un alto contenuto di fibre.

In conclusione il bambù è veramente un “materiale” green, ma dobbiamo fare molta attenzione a quanto riportano le etichette dei prodotti, per non rischiare di finire nelle produzione dei “soliti furbetti”.

D.T.

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