Bioedilizia, passiamo dalle parole ai fatti

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Abbiamo chiesto all’architetto Giuseppe Rizzuto, segretario coordinatore di Itaca qualche considerazione sull’architettura sostenibile. Con lui abbiamo fatto il punto sullo stato dell’arte… Il lavoro da realizzare è ancora tanto, a iniziare dalle istituzioni, ma il futuro promette di più

Quanto è sviluppato il settore dell’architettura sostenibile in Italia? Quali sono le prospettive per il futuro? Il settore della Bioedilizia è decisamente poco sviluppato nel nostro Paese. D’altronde si sono fatti numerosi passi avanti, soprattutto da parte delle istituzioni, in questo senso, soprattutto dalle Regioni che negli ultimi anni hanno promosso una serie di politiche di sostenibilità ambientale nel campo dell’edilizia e non. Le prospettive per il futuro, però, sono buone: si prevede un boom di questo settore entro quattro-cinque anni. Molto si deve all’approccio delle politiche a favore di un’edilizia più sostenibile, un’impostazione, cioè, volontaria e non obbligatoria basata su un concetto di premialità per privati, aziende e costruttori che fanno questa scelta “green”. Questo approccio risulta molto più efficace rispetto a quello adottato in campo energetico, per esempio. Pur tuttavia, bisogna aspettare che la politica comprenda a pieno il ruolo e l’importanza della sostenibilità ambientale anche dal punto di vista edilizio: oggi tanti parlano di green economy, ma le risposte poi, concretamente, sono poche e insufficienti. Quando la politica comprenderà a pieno l’importanza di rispettare l’ambiente riducendo il carico energetico sugli edifici, l’abbattimento della Co2… allora forse dalle parole si passerà ai fatti. Perché il singolo cittadino dovrebbe optare per un’architettura più “sostenibile”? Quali sono i reali benefici e quanto pesa la scelta del singolo? Il cittadino domani mattina guarda al risparmio, dopodomani, insieme al risparmio, cercherà di aiutare il malessere di questo pianeta. La questione “ambientale” sta diventando sempre più importante: cresce la consapevolezza dell’opinione pubblica, cresce l’attenzione per il mondo che lasceremo in eredità ai nostri figli. Una consapevolezza che riguarda già i genitori di 30-40 anni. Dal punto di vista energetico sono già stati fatti passi da gigante. Le scelte dei singoli sono fondamentali, ma è necessario che il mercato risponda al meglio; imprese e professionisti, cioè, dovranno optare e sviluppare al massimo questi settori, favorendo così scelte più “sostenibili” da parte dei cittadini.(a cura di Giulia Stanisci)

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