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EMERGENZA COVID19: “è una tragedia di proporzioni bibliche”, così Draghi, l’ex presidente della BCE, sul Financial Times

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Draghi, la pandemia “è come una guerra. Il corretto ruolo dello Stato è utilizzare il proprio bilancio per proteggere cittadini ed economia”.

In un lungo editoriale per il Financial Times l’ex presidente della BCE, Draghi, fa una lucida analisi e suggerisce soluzioni per risollevare l’economia travolta da quella che lui stesso definisce “una tragedia umana di proporzioni bibliche”.

UNA TRAGEDIA che unisce la perdita di vite umane alla perdita di sostentamento

“Mentre molti affrontano una perdita di vite umane, molti altri affrontano una perdita di sostentamento. Giorno dopo giorno, le notizie economiche stanno peggiorando. Le aziende affrontano una perdita di reddito nell’intera economia. Molti stanno già ridimensionando e licenziando i lavoratori. Una profonda recessione è inevitabile”,  dice l’economista. Oggi, quindi, si tratta di combattere contro il COVID19 e le sue conseguenze in termini umani ed economici.

UNA GUERRA che per essere combattuta ha bisogno del bilancio dello Stato

L’emergenza COVID19 “è come una guerra, serve più debito pubblico“. “Lo Stato deve usare il suo bilancio per proteggere le imprese da perdite e debiti e la gente dalla disoccupazione“.

A questo proposito l’ex presidente della BCE, ricorda che “gli Stati hanno già fatto così” in occasione di altre emergenze nazionali, e porta l’esempio della prima guerra mondiale: «In Italia e Germania tra il 6 e il 15% delle spese di guerra in termini reali fu finanziato dalle tasse. In Austria-Ungheria, Russia e Francia, nessuno dei costi continui della guerra furono pagati con le tasse. Ovunque, la base imponibile è stata erosa dai danni di guerra e dalla coscrizione. Oggi è a causa dell’angoscia umana della pandemia e della chiusura»

LA PERDITA DI REDDITO DEL SETTORE PRIVATO deve essere assorbita dai bilanci pubblici

E ancora, “La perdita di reddito del settore privato – e ogni debito assunto per riempirla – deve essere assorbita, totalmente o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”.

Perché, ricorda Mario Draghi, “il corretto ruolo dello Stato è utilizzare il proprio bilancio per proteggere cittadini e imprese contro gli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può assorbire”.

LA QUESTIONE NON È SE, MA COME lo Stato possa utilizzare il suo bilancio

L’ex presidente della BCE sottolinea che “la questione chiave non è se ma come lo Stato possa utilizzare in maniera efficace il suo bilancio. La priorità“, aggiunge, “non deve essere soltanto fornire un reddito base a coloro che hanno perso il proprio lavoro. Innanzitutto dobbiamo” dice “evitare che le persone perdano il proprio lavoro.” Per tutelarli, preme Draghi, “serve un’immediata iniezione di liquidità“, che è “essenziale per le aziende per coprire le spese operative durante la crisi, si tratti di grandi, piccole o medie imprese o lavoratori autonomi”. “I sussidi per l’occupazione e la disoccupazione e il rinvio delle tasse» rappresentano passi e azioni importanti ma per l’economista è fondamentale «proteggere l’occupazione e la capacità produttiva in un momento di drammatica perdita di reddito».

LA SFIDA È AGIRE IMMEDIATAMENTE, con forza ed evitando ritardi burocratici

Pur promuovendo le misure assunte finora, l’economista, chiede “di mobilitare pienamente l’intero sistema finanziario: mercato obbligazionario, soprattutto per le grandi aziende, sistema bancario e in alcuni Paesi anche quello postale”. E questo, incalza, “va fatto immediatamente, evitando ritardi burocratici”.

“Le banche, ad esempio, dovrebbero prestare denaro a costo zero alle imprese disposte a salvare i posti di lavoro”. In questo modo, spiega, “diventerebbero “strumenti di politica pubblica” e “il capitale di cui hanno bisogno per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali“. Secondo Mario Draghi, “una profonda recessione è inevitabile. La sfida“, afferma, “è agire con sufficiente forza e rapidità per evitare che la recessione si trasformi in una depressione prolungata, resa più profonda da una pletora di fallimenti che lascerebbero danni irreversibili”.

«Le perdite accumulate delle aziende – ci mette in guardia Draghi –rischiano di compromettere la loro capacità di investire in seguito. E, se l’epidemia di virus e i blocchi associati dovessero durare, potrebbero realisticamente rimanere in attività solo se il debito raccolto per mantenere le persone impiegate in quel periodo fosse infine cancellato».

L’ALTERNATIVA all’aumento dei livelli di debito pubblico sarebbe molto più dannosa

Per l’ex presidente della BCE è inevitabile che «i livelli del debito pubblico saranno aumentati. Ma l’alternativa – una distruzione permanente della capacità produttiva e quindi della base fiscale – sarebbe molto più dannosa per l’economia e infine per il credito pubblico. Dobbiamo anche ricordare che, visti i livelli attuali e probabili futuri dei tassi di interesse, un tale aumento del debito pubblico non aumenterà i suoi costi di servizio».

OCCORRE UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ come in tempi di guerra

Ma «di fronte a circostanze impreviste, un cambiamento di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che stiamo affrontando non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di nessuno di coloro che ne soffrono. Il costo dell’esitazione può essere irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei negli anni ’20 è abbastanza una storia di ammonimento. La velocità del deterioramento dei bilanci privati ​​- causata da una chiusura economica che è sia inevitabile che desiderabile – deve essere soddisfatta della stessa velocità nello schierare i bilanci pubblici, mobilitare le banche e, in quanto europei, sostenersi a vicenda nel perseguimento di ciò che è evidentemente una causa comune».

L’EUROPA È BEN EQUIPAGGIATA grazie ad una struttura finanziaria granulare e un forte settore pubblico

Del resto lo stesso Draghi, in una piccola apertura di ottimismo, ricorda che «Per alcuni aspetti, l’Europa è ben equipaggiata per affrontare questo straordinario shock. Ha una struttura finanziaria granulare in grado di incanalare i fondi verso ogni parte dell’economia che ne ha bisogno. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta politica rapida. La velocità è assolutamente essenziale per l’efficacia».

IL FATTORE TEMPO È TUTTO SE MANCA L’OSSIGENO. Perché stiamo parlando della soddisfazione di bisogni connessi alla sopravvivenza

”Oggi molte persone vivono nella paura per le loro vite o stanno piangendo i loro cari“. In questo momento di profonda crisi umana ed economica gli stati e l’Europa hanno l’opportunità di entrare in modo forte e radicale in un nuovo percepito collettivo, ma solo se danno prova di esserci, uniti, con fermezza, senza esitazioni e subito.  

Il fattore tempo è tutto quando manca l’ossigeno. Settimane, mesi, di attesa rischiano di essere tempi troppo lunghi. Come una livella, la pandemia ci ha riportato tutti alla base della piramide dei bisogni di Maslow,

draghi covid19

in attesa della soddisfazione di quei bisogni più elementari, necessari alla sopravvivenza dell’individuo, condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore, di carattere sociale.

Bisogni essenziali alla sopravvivenza, proprio di questo oggi stiamo parlando

Il virus sanitario ed economico ha aumentato in tutti noi la percezione di un profondo squilibrio, costretti a ripartire dalla base, oggi stiamo combattendo per la soddisfazione di bisogni connessi alla sopravvivenza fisica dell’individuo e delle aziende.

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coronavirus, COVID19, pandemia, rischio economia

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