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Post Covid-19: al via la rivoluzione

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Per la ripartenza occorre stimolare spirito imprenditorialità. Una rivoluzione che ci chiede di riorientare i nostri driver di creazione del valore

La digitalizzazione e lo smart working stanno entrando sempre di più nelle abitudini delle aziende italiane, modificando e ottimizzando il loro approccio al lavoro.

Un cambiamento inevitabile visto il periodo di emergenza che il nostro Paese sta vivendo e continuerà a vivere. L’altro concetto-chiave è quello di mobilità sostenibile che sarà centrale nella Fase due che dovrebbe partire il prossimo 4 maggio.

Più piste ciclabili ed e-bike, potenziamento dei trasporti sotto il segno del “green” per favorire il distanziamento sociale che resta l’arma vincente nella lotta al virus.

L’intensità e l’incertezza di queste settimane ci pone continuamente davanti ad aspettative disattese.

Il “cigno nero” Coronavirus può mandare in profonda crisi il nostro business ma può anche riorientare i nostri driver di creazione del valore.

Questa pandemia – dall’impatto esponenziale –  ci pone davanti alla necessità di mettere in campo risorse e soluzioni che non pensavamo di avere stimolando il nostro spirito d’imprenditorialità.

Coronavirus e smart working, è infatti diventato un binomio ormai imprescindibile per i lavoratori che, a seguito della pandemia, in molti casi si sono visti costretti a “sperimentare” la validità organizzativa di questo strumento.

Una necessità che potrebbe trasformarsi in un’opportunità. La tecnologia ci permette di rivoluzionare radicalmente l’organizzazione delle aziende. Quasi sempre aumentando produttività ed efficienza organizzativa e riducendo i costi.

“Lo smart working è una modalità di lavoro che permette di svolgere la propria attività in remoto. In Italia, secondo l’Osservatorio della School of management del Politecnico di Milano nel 2019 ne hanno fruito 570mila lavoratori, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente”, ricorda Antonio Ambrosetti, AD Ruling Companies.

“L’emergenza che sta paralizzando l’Italia ha totalmente stravolto le nostre abitudini, dalle semplici azione quotidiane alla nostra giornata lavorativa. Una possibilità che, anche se legata a un periodo critico, può trasformarsi in un’opportunità per il mercato del lavoro. A mio giudizio anche una volta terminata la fase critica lo smart working continuerà”, conclude Ambrosetti.

Tale opportunità ha dimostrato di avere un impatto sia sui costi aziendali (pensiamo ad esempio a metratura degli uffici e bollette) sia sulla produttività. Guardando la cosa dal punto di vista dei lavoratori, il lavoro agile apre la strada a una migliore conciliazione con la vita privata, senza dimenticare il rischio di non coltivare i rapporti face-to-face. 

 

 

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COVID19, imprenditorialità, ripartenza, rivoluzione, smart working

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