Gas naturale
Non proprio un’energia “verde”
In questi giorni l’Unione europea è sotto tiro per la sua nuova iniziativa di etichettatura che qualifica il gas naturale come energia “verde”.
La legge proposta definisce “rinnovabili” qualsiasi fonte di elettricità derivata da fonti di energia eolica o solare, compresi i biocarburanti fatti con etanolo di mais.
Tra queste risorse rinnovabili, però, non distingue la loro classificazione e il loro impatto ambientale sui livelli di qualità dell’aria o sul potenziale di riscaldamento globale, che misura quanti gas serra emettono nel tempo.
Gli esperti del clima dicono che la decisione potrebbe causare confusione tra i consumatori e le aziende energetiche, soprattutto in considerazione del fatto che attualmente non ci sono altri standard applicabili a livello federale.
La Commissione europea dovrà prendere presto una decisione e capire se la tassonomia del clima, che è stata proposta all’inizio di quest’anno dalla loro commissione per valutare gli investimenti verdi, includerà o meno il gas naturale e l’energia nucleare.
Alcuni paesi europei, però, vedono il gas come un combustibile di transizione e vogliono che sia classificato nella tassonomia per sostenere gli investimenti che li aiuterebbero a eliminare gradualmente l’energia alimentata a carbone.
Questo disaccordo ha scatenato un tira e molla tra i governi e la Commissione europea che ha provocato degli accesi negoziati.
Lo stallo ha così causato un ritardo sull’etichettatura del gas come energia “verde” rischiando di far slittare questa decisione a tempo indefinito.