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Accesso all’energia e’ fondamentale per lo sviluppo

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Eni si pone a fianco dei Governi dei Paesi in cui opera per pianificare e realizzare soluzioni che prevedano lo sviluppo dei sistemi energetici locali

 

L’accesso all’energia è un prerequisito fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dei Paesi in Via di Sviluppo. Come impresa energetica integrata, Eni si pone a fianco dei Governi dei Paesi in cui opera per pianificare e realizzare soluzioni che prevedano lo sviluppo dei sistemi energetici locali. Sul tema dell’accesso all’energia Eni ha attivato anche importanti partnership internazionali, in particolare in ambito Nazioni Unite.

La strategia tracciata negli anni prevede la realizzazione di piani energetici per lo sfruttamento di risorse preziose per i Paesi e di infrastrutture propedeutiche allo sviluppo dei mercati energetici locali; l’ottimizzazione dei processi produttivi con il recupero del gas flaring; la costruzione di infrastrutture per la produzione e distribuzione di energia elettrica; infine, il sostegno di progetti di elettrificazione a favore delle comunità locali più remote, soprattutto attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di soluzioni innovative off-grid.

Eni è stata la prima compagnia energetica internazionale a investire nella produzione di energia elettrica in Africa utilizzando il gas precedentemente bruciato in torcia. Oggi le centrali in Nigeria e Congo producono rispettivamente il 20% e il 60% della produzione elettrica nazionale, con una significativa riduzione del gas flaring in entrambi i Paesi.

 

Nel 2010, nel corso del Global Compact Leaders Summit di New York, Eni ha annunciato la propria volontà di contribuire a costruire un futuro sostenibile dell’energia e nel 2012 a Rio de Janeiro ha consolidato questo impegno, attraverso una serie di “commitment” pubblici e formali nell’ambito dell’iniziativa delle Nazioni Unite SEFA (Sustainable Energy for All).

Eni ha costruito una rete di dialogo e relazioni sui temi dello sviluppo sostenibile capace di supportare e amplificare quanto realizzato quotidianamente su questi temi nell’ambito delle proprie attività. Un contesto privilegiato è offerto dal Global Compact delle Nazioni Unite, iniziativa cui Eni ha aderito come prima impresa italiana nel 2001.

Negli ultimi anni si è anche consolidata una collaborazione strategica per Eni, quella con The Earth Institute della Columbia University, centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile guidato dal Professore Jeffrey David Sachs che, oltre a essere alla guida di The Earth Institute, è anche un collaboratore storico del Segretariato Generale delle Nazioni Unite.

Nell’agosto 2012 il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha dato mandato al prof. Sachs di guidare lo UN Sustainable Development Solutions Network (SDSN), una rete tra mondo accademico e della ricerca, settore privato e società civile per contribuire a trovare soluzioni pratiche allo sviluppo sostenibile. Tra gli strumenti di SDSN vi sono gruppi tematici, network accademici e iniziative guidate da esponenti del settore privato.

Il prof. Sachs ha quindi chiesto all’Amministratore Delegato di Eni, Paolo Scaroni, di diventare membro del Leadership Council di SDSN e di guidare l’iniziativa “Energy for All in Sub-Saharan Africa”, la prima iniziativa annunciata da SDSN (novembre 2012). Scopo dell’iniziativa è individuare soluzioni concrete e replicabili sul tema dell’accesso all’energia nell’Africa sub-sahariana e proporle a altre imprese, investitori, governi e decisori internazionali.

Con il supporto e la partecipazione attiva di Eni, nel corso del 2013 SDSN ha avviato l’elaborazione di uno studio sulla tematica più generale oggetto dell’iniziativa nonché uno studio di fattibilità relativo a un caso applicato che consenta, tramite tecnologie e modelli di business innovativi, l’accesso all’energia elettrica in zone remote del Mozambico. 

In Africa Eni contribuisce a ridurre la povertà elettrica attraverso la costruzione di infrastrutture volte alla realizzazione di sistemi energetici moderni

Nel 2013, Eni ha anche supportato la nascita del network mediterraneo di SDSN che ha sede presso l’università di Siena.

 

 

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