È iniziata la parabola discendente del carbone

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È presto per gioire, ma molti segnali ci fanno capire che il futuro non è del carbone

La fine del carbone, principale responsabile dei cambiamenti climatici, è segnata. Negli Stati Uniti lo scorso anno abbiamo assistito alla chiusura di molte centrali a carbone e la Cina, attualmente il più grande produttore e consumatore di carbone, dovrebbe raggiungere tra dieci anni il picco per poi scendere.

Le due superpotenze hanno anche firmato un accordo per ridurre le emissioni. Sono obiettivi abbastanza distanti nel tempo: gli USA parlano di una riduzione dal 20125 e la Cina dal 2030, ma è la prima volta che il gigante asiatico ha affrontato l’argomento mettendo sul tavolo una proposta di diminuzione delle emissioni.

Secondo uno studio dell’università di Duke, dal 2008 al 2012, anni della recessione, l’industria del carbone ha perso 49.000 posti di lavoro, mentre il settore del gas naturale, del solare e dell’eolico negli Stati Uniti ne ha creati quasi 200.000

Non assisteremo a una sparizione immediata del carbone dato che negli anni sono stati fatti grandi investimenti nel settore: parliamo di miniere, centrali e infrastrutture che non verranno cancellate dal giorno alla notte. Ma la parabola del carbone è tracciata ed è discendente. 

Il problema sarà riconvertire quelle aree, anche intere città in Cina o cittadine negli USA, che basavano la loro vita sul carbone. Queste zone non hanno sviluppato una reale economia ma dipendevano dal combustibile fossile e quindi in un prossimo futuro dovranno adattarsi al cambiamento.

a.po

 

 

 

 

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