Energia e rete, continua lo scontro tra Terna ed Enel

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Lo scontro tra Enel e Terna sulla realizzazione dei sistemi di rete per equilibrare la distribuzione di energia elettrica quando ci sono picchi di consumo che rischiano di mettere in difficoltà la rete. Enel accusa Terna di diventare così un produttore di energia, ma Terna respinge le accuse affermando che il piano fu a suo tempo incoraggiato dal Governo

Il sistema elettrico nazionale è articolato in 4 attività fondamentali: la produzione di energia elettrica, la sua trasmissione sulle linee ad alta ed altissima tensione, la sua distribuzione (fino dentro le nostre case) e la vendita.

Terna, proprietario della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica ad Alta Tensione, ha come azionista di riferimento la Cassa Depositi e Prestiti con il 29,85% e il rimanente 70% è sul mercato suddiviso tra investitori istituzionali e retail. Terna è quella società che trasporta in giro per l’Italia l’elettricità prodotta nelle centrali, e per farlo gestisce le linee di alta ed altissima tensione, e tutte le infrastrutture necessarie a farle funzionare.

Perché in questi giorni da più parti si parla di uno scontro tra Enel ed Assoelettrica, ovvero chi produce energia, e Terna, ovvero chi la trasmette? L’oggetto del contendere è un piano – a suo tempo incoraggiato dal Governo – per la realizzazione di infrastrutture di Rete. In particolare di “pompaggi” e “batterie”.

Pompaggi e batterie sono sistemi di rete che permettono di “accumulare” energia elettrica nelle ore in cui la produzione è più alta o il consumo più basso (ad esempio di notte) e di reimmetterla nella rete quando invece la domanda è maggiore ed i picchi di consumi rischiano di mettere in difficoltà la rete.

La critica di Enel, che è stata in parte recepita dalle Commissioni Attività produttive ed industria di Camera e Senato, è che in questo modo Terna diventerebbe un “produttore” di energia elettrica, andando oltre le proprie concessioni e le proprie attività istituzionali.

Terna ribadisce di essere in regola con le attuali norme e di non voler produrre né vendere neanche 1 MW da questi impianti potendo esclusivamente progettarli e costruirli lasciando invece la gestione dell’energia ad altri.

Una conciliazione delle due posizioni è stata tentata ieri dal Governo per voce del Sottosegretario Stefano Saglia, che ha fatto da mediatore, ma l’incontro ha solo certificato l’opposizione del gigante della produzione al progetto di servizi di rete che Terna vorrebbe mettere al servizio dei consumatori per far risparmiare sulle bollette elettriche 1 miliardo di euro l’anno.

Produrre energia significa mettere in atto processi industriali alla fine dei quali la quantità di energia che si immette in rete è maggiore di quella che si è utilizzata. Ovvero il saldo deve essere positivo. Batterie e Pompaggi non sono a saldo positivo, anzi. Assorbono più energia di quanta ne rilasciano, essendo esclusivamente sistemi che permettono di “conservarla” per utilizzarla quando serve di più.

Il pompaggio ad esempio (che anche Enel utilizza per riequilibrare i “picchi” produttivi) consiste nel pompare acqua in bacini idrici posti più in alto di quelli di partenza, per poi farla cadere nuovamente in basso, attraverso turbine che azionate dalla forza dell’acqua producono elettricità.

Perché allora, se sono a saldo negativo, Terna punta su questi impianti, su questi “servizi di rete”? Semplice. Perché permettono ad aziende e famiglie di risparmiare sulla bolletta elettrica, andando ad incidere su quello che gli economisti chiamano “costo marginale dell’elettricità” e perché renderebbero efficienti gli impianti rinnovabili che si stanno costruendo soprattutto al Sud Italia.

L’elettricità che serve per portare in alto l’acqua, infatti (o per caricare un accumulatore, o un batteria) viene assorbita di notte, quando costa meno, mentre l’elettricità prodotta (o rilasciata) viene immessa nuovamente nella rete quando costa di più. E l’oggetto del contendere è tutto in questa differenza di prezzo.

Differenza di prezzo che, nei piani di Terna, dovrebbe con questi sistemi diminuire, consentendo a chi acquista elettricità di risparmiare. Ma che permetterebbe anche (ad esempio) di accumulare l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili, superando quello che in tanti indicano come uno dei principali limiti di eolico o solare: la mancanza di continuità nella produzione.

Al Governo la scelta di decidere a favore della sicurezza e dell’efficienza del sistema elettrico o del mantenimento dei margini di alcuni produttori.

In questo scontro dunque per ora non ci sono ancora vincitori, ma di sicuro ci sono due sconfitti: i cittadini e l’ambiente. (Valerio Giardinelli)

 

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