Gli elettrodotti del futuro? Tra Gioia Tauro e la California

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Da Gioia Tauro alla Silicon Valley: la storia di successo della Tec.Al.Co

 

Non ci sono solo storie di cervelli in fuga, o di aziende che chiudono, ne storie di un sud nepotista e gerontocratico.

 

C’è ad esempio la storia di Tec.Al.Co. L’acronimo un po’ ostico è quello di “Tecnologia Alluminio Conduttori”, ed è il nome di una Start Up che si trova nell’area industriale del porto di Gioia Tauro.

 

 

Tec.Al.Co è un concentrato di innovazione industriale, attenzione alla sostenibilità ambientale e internazionalità. Ovvero le virtù che più spesso vengono indicate come “la strada per uscire dalla crisi”.

 

 

Nata grazie ad un progetto fortemente innovativo nell’ambito dell’Alluminium technology finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, grazie all’elevato livello dei suoi prodotti (conduttori elettrici di alluminio) Tec.Al.Co è stata selezionata dalla californiana CTC Global come partner per consolidare la propria presenza europea.

CTC Global è un colosso dei conduttori metallici che opera a livello mondiale, ed ha invitato ad Irvine, in California, il CEO di Tec.Al.Co Domenico Barbieri per siglare una joint venture che porterà alla realizzazione di nuovi elettrodotti ad altissima efficienza energetica ed ambientale.

 

 

L’obiettivo è quello di sostituire i conduttori di alluminio e acciaio attualmente in uso, con conduttori di nuova generazione, ottenuti dalla combinazione di una parte di alluminio altamente performante (made in Tec.Al.Co, Gioia Tauro, Italia) e del “carbon core” americano.

 

 

I vantaggi che i conduttori Italo – Americani porteranno vanno dalla maggiore leggerezza al minor impatto ambientale, passando per una installazione più semplice e sicura.

 

 

La joint venture da Tec.Al.Co e CTC Global inoltre, prevede l’accompagnamento e la formazione one-to-one per i tecnici progettisti e per le imprese installatrici operanti non solo in Italia, ma anche in numerosi altri paesi europei.

 

 

Ora La Tec.Al.Co punta in alto, come conferma in una intervista Domenico Barbieri, e non nascondono di aspirare a lavorare con le grandi realtà nazionali. Come? Ad esempio aumentando la capacità di trasporto degli elettrodotti esistenti senza nessun costo infrastrutturale.

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