Scambiare o vendere energie rinnovabili sia libero per tutti: è partita la petizione
Gli ostacoli alle reti private sono una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico, ma le cose possono cambiare
Scambiare e vendere energia è divenuto largamente applicabile ed economicamente vantaggioso grazie agli sviluppi della tecnologia industriale italiana e sarebbe immediatamente applicabile dato che sono già predisposti per essere sistemi di distribuzione chiusi (SDC) tutti i condomini, tutti i centri commerciali, tutte le reti di illuminazione pubblica e gran parte delle aree artigianali/industriali italiane.
Questa in sostanza la posizione di associazioni ambientaliste, dei consumatori e del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica che hanno presentato emendamenti al ddl concorrenza in discussione al senato. I promotori puntano al ripristino di “sistemi di distribuzione chiusi”, reti elettriche che permettono di scambiare energia prodotta verso più clienti.
Come spiegano Adusbef, Codici, Associazione Consumatori, Greenpeace, Legmbiente, Italia Solare, Kyoto Club, WWF, basterebbe approvare un emendamento al ddl concorrenza come inizialmente richiesto dalle Associazioni (emandamenti 40.0.301, 40.0.300, 38.0.200) o dar seguito all’ordine del giorno G/2085/48/10 approvato nella X commissione del Senato, rispondendo così anche alla sollecitazione proveniente dalla Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza.
La possibilità di scambiare e vendere energia elettrica rinnovabile è particolarmente importante anche coloro che vivono in affitto, oggi esclusi dalla possibilità di farsi un impianto ad energia rinnovabile potranno vedere una significativa riduzione della loro bolletta elettrica.
“L’utilizzo dei “sistemi di distribuzione chiusi” da parte dei singoli cittadini “prosumers” o da piccole, medie o grandi aziende, rompe definitivamente un sistema basato su forme di oligopolio che scaricano sui costi energetici di ognuno di noi le loro inefficienze, i loro gigantismi organizzativi, i loro sprechi infiniti”, spiegano i promotori degli emendamenti in una petizione su change.org.
Nel luglio del 2016 è intervenuta anche l’AGCM (Aurotità Garante della Concorrenza e del Mercato) ritenendo che gli “ostacoli alle reti private definiscono una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico, basato sulla centralizzazione della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensione e sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche dell’elettricità e dell’unità di consumo, che riflette per lo più le scelte tecnologiche compiute nel passato e non favorisce le evoluzioni delle reti verso nuovi modelli di organizzazione del sistema elettrico che possono utilmente contribuire al raggiungimento degli obbiettivi generali di convenienza dell’energia per gli utenti, innovazione, sicurezza e sostenibilità finanziaria del sistema elettrico nazionale, oltre che di tutela della concorrenza”
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