Via libera al decreto sulle rinnovabili, la delusione dell’Associazione per le rinnovabili

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E’ il primo passo verso una rimodulazione degli incentivi a partire da Giugno prossimo, rimodulazione tutta da decidere, intanto viene tolto il limite del beneficio degli incentivi una volta raggiunti gli 8 mila Mw sul territorio nazionale. Novità anche sugli impianti da costruire su terreni agricoli, non potranno superare 1 Mw

E’ stato approvato questa mattina dal Consiglio dei MInistri il decreto legislativo sulle energie rinnovabili che ha tanto fatto discutere associazioni di categorie e mondo della politica. Tra le indiscrezioni circolate questa notte l’abbattimento del limiti degli 8 mila Mw e un nuovo sistema di incentivi a partire da Giugno. Sempre in tema di fotovoltaico si prevede che gli impianti che nascono sui terreni agricoli non potranno superare il limite di 1 MW per azienda e comunque non potranno coprire piu’ del 10% della superficie disponibile. Questo, giustificano dal Governo, serve per difendere il paesaggio rurale e per rendere l’energia un reddito aggiuntivo per gli agricoltori al fianco dell’attivita’ agricola tradizionale. Arriva inoltre l’obbligo del 50% di energia ’verde’ per i consumi di acqua calda sanitaria, riscaldamento e ’raffrescamento’ per le abitazioni italiane entro il 2017, ma in forma graduale anche a partire dai prossimi anni. Palpabile, però, la delusione dell’Aper, in un comunicato stampa: "sebbene il nuovo decreto rinnovabili, appena licenziato dal Governo, abbia recepito parte delle istanze avanzate dai produttori, l’impressione generale è che le grandi aspettative che gli operatori del settore vi avevano riposto siano state disattese ancora una volta. Al di là dei commenti di merito che rinviamo ad una fase successiva, quello che più lascia basiti è il metodo utilizzato: per i principali punti chiave del “sistema rinnovabili” – in primis la definizione del valore degli incentivi – si rimanda infatti a future disposizioni attuative, introducendo così non una norma, non stabilità e chiarezza, bensì ulteriori elementi di incertezza. Il Governo cambia le carte in tavola a partita iniziata in sostanza, lasciando senza paracadute, senza tutela e senza garanzie gli operatori che hanno avviato gli investimenti sulla base di regole che fino a ieri sembravano certe. Si sottolinea che il pericoloso effetto retroattivo del decreto, particolarmente drammatico nel caso del fotovoltaico, va a bloccare non solo i progetti futuri, ma anche quelli già avviati e finanziati, mettendo a rischio fallimento aziende fino a ieri stabili e in crescita".

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