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Rifiuti organici che diventano magazzini di energia

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I ricercatori trovano un modo per convertire gli scarti di due frutti asiatici e farli diventare supercondensatori.

Il durian e il jackfruit (dalla pianta Artocapus heterophyllus) sono due frutti asiatici molto particolari: il primo soprattutto è molto noto per la sua puzza incredibile, che pare ricordi le uova marce e che fa sì che i paesi del sud est asiatico che lo consumano in grandi quantità abbiano delle leggi che impediscono che sia aperto sugli autobus.

Un nuovo studio dell’Università di Sydney, pubblicato sul Journal of Energy Storage, si è concentrato proprio sul riciclaggio degli scarti del durian per trovare una fonte economica e sostenibile di stoccaggio dell’energia che potesse contrastare il riscaldamento globale.

E così hanno scoperto un modo per creare supercondensatori dal durian e dal cugino jackfruit.

Come hanno spiegato i ricercatori, i supercondensatori sono in grado di immagazzinare rapidamente grandi quantità di energia all’interno di un piccolo dispositivo delle dimensioni di una batteria – energia che poi può essere usata per caricare dispositivi elettronici, come telefoni cellulari, tablet e laptop, in pochi secondi.

Incredibile pensare che questi supercondensatori possano essere creati a partire da rifiuti puzzolenti come quelli di questi due frutti asiatici.

Quello che accade è che la biomassa di scarto di durian e jackfruit viene convertita in un aerogel di carbonio usando metodi non tossici.

Questo aerogel viene a sua volta convertito in elettrodi testati per le loro proprietà di accumulo di energia che hanno dimostrato prestazioni eccezionali, rendendo i frutti una soluzione energetica davvero interessante per la ricarica di telefoni, laptop e tablet a basso costo e in maniera green.

Rispetto a ciò che si trova attualmente sul mercato, gli elettrodi sviluppati a partire da durian e jackfruit hanno dimostrato di essere un’alternativa più efficiente dal punto di vista energetico, rispetto ai tradizionali supercondensatori derivati dal carbone attivo.

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